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Caos incandidabili a Battipaglia, la scure della Cassazione sulle elezioni

BATTIPAGLIA. La scure dell’incandidabilità potrebbe abbattersi su tutti gli ex amministratori ed ex consiglieri comunali dell’era targata Giovanni Santomauro. Un terremoto giuridico che sconvolgerebbe totalmente l’attuale e già intricato panorama di aspiranti sindaci e consiglieri, molti dei quali reduci proprio dall’amministrazione Santomauro. Sia in veste di assessori, appartenenti alla maggioranza o di oppositori.

La Corte di Cassazione, pronunciandosi sul caso del comune di Nardodipace, in provincia di Vibo Valentia, ha fissato dei parametri che potrebbero tramutarsi in un pericoloso precedente per tanti ambiziosi politici di Battipaglia. Il comune calabrese era stato sciolto nel 2011 per infiltrazioni della criminalità organizzata. Nell’ottobre del 2013, il Tribunale di Vibo Valentia aveva dichiarato incandidabile l’ex sindaco, che si era tuttavia opposto al provvedimento sulla base del fatto che nei due anni trascorsi tra lo scioglimento e la sentenza di primo grado si erano già svolti in Calabria due turni elettorali. Dopo tale ricorso, accolto nel 2014 dalla Corte d’Appello di Catanzaro, lo stesso sindaco si era ripresentato alle elezioni del medesimo comune di Nardodipace, risultando eletto.

La Cassazione ha smontato l’apparato difensivo del primo cittadino calabrese, fissando un ingranaggio di enorme peso all’interno dei macchinosi sistemi delle elezioni, in particolare nei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Nella sentenza numero 18696/2015, depositata il 22 settembre, gli “ermellini” hanno stabilito che l’incandidabilità, una volta definitiva, opera “per tutti i primi turni elettorali successivi”, anche se “nella stessa regione si siano svolti uno o più turni elettorali di identica o differente tipologia” tra il giorno dello scioglimento e quello della dichiarazione definitiva di incandidabilità. Ed è quando si arriva a tale dichiarazione definitiva che parte il conteggio delle elezioni vietate agli ex amministratori. L’incandidabilità opera, infatti, solo quando non arriva all’ultimo grado di giudizio (o non è impugnata). Se per cancellarla bastasse un turno elettorale prima della dichiarazione definitiva, infatti, la sanzione non opererebbe mai.

Su tali basi, se ovviamente a Battipaglia dovessero verificarsi fattispecie tali da richiamare la suddetta sentenza della Cassazione, a tremare sarebbero diversi politici. In particolare quelli che, in maggioranza o in opposizione, hanno riempito gli scranni del consiglio e del governo cittadino durante l’amministrazione Santomauro.

Tra coloro che stanno lavorando alla prossima campagna elettorale per le amministrative, fanno parte dell’elenco degli ex dell’amministrazione Santomauro: Cecilia Francese del movimento civico Etica, Carmine Pagano ed Ugo Tozzi (ex presidente del consiglio comunale) di Fratelli d’Italia, Giuseppe Provenza e Franco Falcone di Forza Italia, Gerardo Motta, per il gruppo d’opposizione. Hanno fatto parte della maggioranza e sono al lavoro per le amministrative, invece, l’ex assessore Michele Toriello che è stato indicato da Luigi Cobellis come referente locale dell’Udc, Piero Lascaleia del Pd, Angelo Cappelli e Domenico Zottoli, l’ex assessore Gianluca Barile.

Ovviamente non significa che i suddetti siano incandidabili, ma solo che il loro ruolo di eventuali candidati alle prossime elezioni amministrative potrebbe essere messo in discussione. Ancor di più con la citata sentenza della Cassazione.

Senza dimenticare che, nonostante le smentite di facciata, all’opera per le elezioni c’è anche l’ex sindaco Giovanni Santomauro. Non in prima persona, naturalmente, ma appoggiando un personaggio gradito al suo gruppo.

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