Cronaca

Capaccio, appalti e concessioni: scattano i controlli dell’Antimafia

CAPACCIO PAESTUM. Saranno i responsabili di area a dover attivare tutte le procedure di controllo previste dal Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione su tutti gli appalti, locazioni, concessioni, contratti attivi e passivi che intercorrono tra la pubblica amministrazioni e soggetti terzi.

È questo quanto stabilito dalla Giunta comunale di Capaccio Paestum.

Appalti e concessioni a Capaccio: scattano le indagini

Le  attività connesse alla materia degli appalti, come riporta Il Mattino, e delle concessioni devono essere «suffragate da una selezione mutuata dalla normativa contrattualistica pubblicistica giacché sono concreti i rischi di infiltrazione criminale nel tessuto socio economico locale, con riferimento anche ai rapporti concessori attivi e passivi che intercorrono tra la Pubblica Amministrazione e soggetti privati e, al preminente interesse pubblico che deve assicurare una maggiore vigilanza a tutela della legalità nei settori degli appalti pubblici e delle concessioni e locazioni».

I responsabili di area comunicheranno ai soggetti interessati l’avvio del procedimento di verifica dei requisiti richiesti dal Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione in ordine agli appalti, locazioni, concessioni, contratti attivi e passivi attualmente in essere.

Riguardo alle concessioni demaniali, i controlli saranno estesi anche alla verifica della regolarità contributiva in materia di imposte e tasse comunali.

Le dichiarazioni del sindaco

«Legalità, etica e trasparenza sono principali fondamentali nella pubblica amministrazione, strumenti senza i quali diventa impossibile tutelare il bene comune. – commenta il sindaco, Franco Palumbo – Sin dal primo giorno di amministrazione, nonostante il contesto ambientale in cui abbiamo e stiamo operando, come emerso anche dalle cronache recenti, abbiamo intrapreso la strada del cambiamento, consapevoli che in mancanza di azioni tempestive da parte delle Istituzioni avremmo rischiato un arretramento complessivo della comunità sul piano della legalità.

Chi amministra un territorio e una comunità deve essere il primo a dare l’esempio, per questo stiamo cambiando anche il modo di interagire nei rapporti con i cittadini, che devono comprendere di avere di fronte un “palazzo di vetro”, dove nulla è nascosto e dove tutto avviene nell’interesse della collettività»

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