Curiosità

Capaccio, la congiura contro Federico II di Svevia

CAPACCIO. L’ordine di uccidere Federico II di Svevia partì dal castello di Capaccio nella famosa “Congiura di Capaccio”.
Era destinato a cambiare la storia Federico II di Svevia fin dalla nascita. La madre Costanza d’Altavilla partorì il figlio di Enrico IV in una pubblica piazza di Jesi, il 26 dicembre 1194, dopo che in molti avevano suscitato dei dubbi sulla gravidanza della sovrana visto l’età avanzata per l’epoca.

Costanza aveva compiuto i quarant’anni quando diede alla luce Federico II di Svevia, nipote di Federico Barbarossa. Restato orfano di entrambi i genitori, per disposizione della madre Costanza, fu affidato a papa Innocenzo III. Fin da subito si scatenarono pericolose manovre, tutti volevano “accudire” Federico, chi lo accudiva avrebbe avuto il controllo sul Regno di Sicilia. Alla fine a spuntarla furono i cavalieri tedeschi incaricati dallo zio di Federico, Filippo, che allora regnava in Germania, a prendere in mano la situazione nel regno meridionale e a occuparsi del bambino.

Federico era un uomo molto colto ed amante della cultura si circondarsi di poeti, letterati, filosofi e scienziati; fu l’ imperatore che favorì l’incontro delle civiltà greca, latina e araba. Il papa Innocenzo III, nel 1209 combinò il matrimonio fra Federico II e Costanza d’Aragona. Federico era un uomo abile, scaltro capace di incantare tanto che molti lo chiamavano la “meraviglia del mondo“, altri invece l’Anticristo e per altri ancora il Messia venuto a riportare l’ordine di Dio sulla Terra. Regnò per circa cinquantenni mantenendo il suo interesse sul Regno di Sicilia e la corte a Palermo.



Il 25 luglio 1215 lo Svevo venne incoronato re dei Romani ad Aquisgrana.
Il 22 novembre 1220, a Roma, Onorio III lo incoronò imperatore. Federico aveva giurato di partire per le crociate ma un’epidemia lo fermò. Papa Gregorio IX per non aver tenuto fede alla promessa lo scomunicò nella cattedrale di Anagni il 29 Settembre del 1227. Federico costretto a partire affrontò la crociata in un modo che lo avrebbe distinto.

Iniziò un negoziato con il sultano d’Egitto Al-Kāmil, guadagnandosi la sua fiducia, con il sultano intratteneva discussioni filosofiche, scientifiche con dotti musulmane. Questo procurò critiche e accuse di miscredenza, nonostante con la trattativa ottenne la consegna di Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e garanzie di movimento per i pellegrini.

Federico si stabilì nel Regno di Sicilia riformano i tribunali e l’amministrazione del regno. Emanò un’importantissima serie di leggi tra cui le Costituzioni di Melfi 1231.
Nel 1224 Federico istituì a Napoli la prima università statale del mondo occidentale.
Federico II aveva sete di conoscenza tanto che si circondava di personaggi colti come il matematico Leonardo Fibonacci e Pier delle Vigne che fu suo stretto collaboratore e portavoce. Aveva un occhio particolare per la bellezza e il rispetto della natura, favorì la scuola poetica siciliana ed egli stesso compose poesie amorose.



Collezionò sculture e cimeli antichi e si fece riprodurre copie di opere del passato; inoltre seguì personalmente il progetto della Porta di Capua, un monumento ricco di riferimenti all’antichità romana all’ingresso del Regno. Parlava inoltre molte lingue, sottomise i feudatari normanni togliendo loro i privilegi di cui si erano impadroniti, annullò le autonomie cittadine ed ordinò di abbattere tutti i castelli costruiti abusivamente. Tutto questo attirò molti nemici intorno all’imperatore tanto che nel 1245 si tentò una congiura contro Federico II.

La congiura di Capaccio

Nel castello di Capaccio alcuni cospiratori decisero di mettere fine al potere di Federico II. Al tradimento parteciparono le famiglie dei Fasanella, dei Francesco e dei Morra, Bartolomeo D’Alice, Ruggero da Bisaccio, Guglielmo da Caggiano, Giovanni Capece, Francesco, Ottone e Riccardo da Laviano, Enrico, Nicola e Tommaso de Littera, Riccardo di Montefusco, Bartolomeo di Teora, la famiglia Sanseverino e gli Eboli. Si cospirava contro l’imperatore e i figli Enzo ed Ezzelino.

Fra i congiurati il primo a pentirsene fu Giovanni da Presenzano, che avvertì il futuro genero dell’imperatore Riccardo Sanseverino. Federico II rientrò subito a Capaccio e assediò il castello nell’Aprile del 1246, i congiurati resistettero per tre mesi ma nel mese di Luglio furono catturati e incarcerati andando incontro al giudizio dell’imperatore.

Federico II applicò condannò i traditori a terribile pene, alcuni vennero accecati, altri mutilati e per altri applicò la Lex Pompeia de parricidio. I condannati venivano condotti in carcere con zoccoli di legno e incappucciati, frustrati con verghe. Veniva poi cucito un sacco e insieme al condannato veniva inserito un animale che poteva essere un cane, un gallo, una scimmia o una vipera. Altri vennero messi al rogo altri ancora trascinati da cavalli.

Le donne furono invece vendute come schiave a Palermo. Si dice che dopo questo tradimento Federico II cadde in depressione e ordinò la distruzione del castello di Capaccio. tuttavia secondo alcuni studiosi il castello fu distrutto qualche anno più tardi durante i Vespri siciliani.
Innocenzo IV fu uno dei cospiratori contro Federico II, come dimostrato dal rinvenimento di documenti papali, nel 1248 si alleò di nuovo contro l’imperatore e insieme ai comuni contrari sconfissero l’esercito di Federico II di Svevia. Il figlio Enzo fu fatto prigioniero e rinchiuso nel “palazzo di re Enzo” a Bolognadove dove morì. Il 13 dicembre 1250 Federico II esalò l’ultimo respiro, la salma fu trasportata a Palermo e composta in un sarcofago di porfido nella cattedrale.

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