Curiosità

Capri rifugio d’amore di Oscar Wilde e Alfred Douglas

CAPRI. Cercarono rifugio a Capri Oscar Wilde e l’amante  Lord Alfred Douglas ormai perseguitati dalla legge Criminal Law Amendment Actc un emendamento che puniva fino ad un massimo di due anni di reclusione gli uomini che praticavano atti sessuali fra loro.

Oscar era un artista contro corrente non perdeva mai occasione di risultare scandaloso per l’epoca vittoriana.  Poeta dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea ma molto raffinata, era sferzante e impertinente, scriveva quello di cui nessuno aveva il coraggio di parlare egli voleva risvegliare l’attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione.



Oscar Fingal O’Flahertie Wills Wilde, nacque a Dublino il 16 ottobre 1854 da una benestante famiglia inglese. Il padre Sir William è stato fondatore dell’ospedale a Dublino il St Mark, scrittore e medico, aveva fra i suoi pazienti il re Oscar I di Svezia, e la regina Vittoria d’Inghilterra.

Oscar era uno spirito libero amava il bello e conduceva una vita al di sopra delle sue possibilità, era vergognosamente scandaloso in ogni sua azione, animo tormentato. Sposato con due figli non trasgrediva ad intrattenere spesso relazione con giovani uomini.

Nell’estate del 1891 Oscar Wilde conobbe Lord Alfred Douglas figlio minore del Marchese di Queensberry, si narra che Oscar perse immediatamente la testa per lui ed impiegò sei mesi per conquistarlo.

Oscar sriveva in una lettera rivolta a Douglas che veniva chiamato affettuosamente Bosie

“Mio caro Bobbie, Bosie ha insistito per fermarsi qui a mangiare dei sandwich. E’ in tutto e per tutto simile ad un narciso così bianco e oro. È talmente stanco, giace sul divano come un giacinto ed io lo venero “.

Dal 1893 Wilde, sposato con Constance Mary Lloyd, lasciò il tetto coniugale alloggiava in albergo per incontrare liberamente e segretamente i giovani e condurre una vita sregolata. Douglas non perdeva occasione per mostrarsi in pubblico con Wilde sottolineando che fra tutti lui era il suo preferito. Costance andò a trovarlo in albergo e in lacrime pregò il marito di tornare a casa. Wilde rispose dicendo che egli in effetti si era sposato tre volte nella vita, una con una donna e le altre due con degli uomini.

I due amanti non fanno nulla per nascondere la relazione, anzi sono addirittura ansiosi di esibirla. Chi è enormemente preoccupato è il padre di Alfred, William Sholto Douglas marchese di Queensberry, usò ogni mezzo per contrastare questo amore tanto che Oscar Wilde a causa della sua omosessualità, venne condannato a due anni di carcere e lavori forzati.



Dal carcere Oscar scrisse una lettera al suo Bosie

Lunedì sera, 29 Aprile 1895

“Mio carissimo ragazzo,
ti scrivo per rassicurarti sull’amore immortale ed eterno che provo per te. Domani sarà tutto finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa al mio amore per te e questa idea, questo pensiero ancora più divino, che tu mi ricambi, mi sosterrà nell’infelicità e mi renderà capace, spero, di sopportare pazientemente il mio dolore. Dato che la speranza, o meglio la certezza, di rivederti ancora in qualche mondo è lo scopo e l’incoraggiamento della mia vita presente, ah! devo continuare a vivere in questo mondo proprio per questo. Oh se un giorno a Corfù, o in qualche altra isola incantata, ci fosse una piccola casa dove vivere insieme! La vita sarebbe più dolce che mai. Il tuo amore ha grandi ali ed è forte, il tuo amore arriva a me attraverso le sbarre della prigione e mi conforta, l’amore è la luce che illumina le mie ore. Coloro che non sanno cos’è l’amore, so che scriveranno, se il destino ci sarà avverso, che io ho avuto una cattiva influenza su di te. Se sarà così, tu dovrai scrivere a tua volta che si tratta di una falsità. Il nostro amore è stato sempre bello e nobile, se sono stato la vittima di una terribile tragedia, è perché la natura di questo amore non è stata compresa”.

Oscar Wilde era consapevole della cattiva influenza che Alfred esercitava su di lui, era viziato irascibile e manesco, lo portava nei quartieri diffamati per trovare ragazzini disposti a concedersi per qualche sterlina. Wilde aveva sperperato tutti il suo patrimonio per amore di Alfred.

“Lo amo, e l’ho sempre amato. Mi ha rovinato la vita, e per questa stessa ragione sembro costretto ad amarlo di più (…). E lui mi ama molto teneramente, più di quanto mi possa amare chiunque altro, e senza di lui la mia vita era squallida“. 

Uscito dal carcere la popolarità di Oscar era calata drasticamente, la sua era ormai “persona non gradita” scrisse alla moglie per riconciliarsi ma Costance non lo accetto. Si reincontrò con Dougles e decise di andare via in cerca di ispirazione in Italia. Nutre molte speranze nella sua opera “Salomè” pensa che venga tradotta in italiano da Giuseppe Garibaldi Rocco, con l’intento di metterla in scena e farla interpretare dall’attrice italiana Eleonora Duse. Oscar Wilde scrive: “Sento ritornare tutti i miei poteri” grazie a Bosie, l’artefice delle sue disgrazie: “mi ha rovinato la vita, e per questa stessa ragione sembro costretto ad amarlo di più, qualsiasi sia il prezzo


Oscar Wilde e Alfred Douglas a Napoli

Arrivò con Alfred a Napoli il 20 settembre del 1897, non riuscivano a stare lontano dai pettegolezzi e fu uno scandalo quando il 15 ottobre 1897, i due amanti alloggiarono in una stanza dell’Hotel Quisisana sull’isola di Capri. Douglas restò nella villa di San Michele per qualche giorno ospite dello scrittore Axe Munthe. Iniziò in quel momento il declino di quell’amore che era resistito nonostante gli anni che Oscar aveva trascorso in carcere, il denaro che scarseggiava, le minaccie del padre di Dougles che voleva diseredare il figlio se non avesse messo fine a quell’amore. Douglas lasciò Wilde nel totale sconforto, si ritrovò solo senza denaro, trascorse alcuni anni in povertà e nel vagabondaggio prima di trasferirsi a Parigi dove completò l’opera The Ballad of Reading Gaol che si rilevò un successo.

Wilde mostrò ripensamento sulle sue scelte di vita sessuale, nel celebre “De profundis” una lunga lettera all’ex amante Alfred Douglas, scrisse: “Solo nel fango ci incontravamo ma soprattutto mi rimprovero per la completa depravazione etica a cui ti permisi di trascinarmi

« Ho scritto quando non conoscevo la vita. Ora che so il senso della vita, non ho più niente da scrivere. La vita non può essere scritta: la vita può essere soltanto vissuta »

Oscar Wilde


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