CronacaInchiesta

Caso Fonderie Pisano: ombre anche sul Comune

SALERNO. Al termine del sequestro preventivo d’urgenza delle Fonderie Pisano che ha conseguentemente portato anche all’iscrizione nel registro degli indagati sette persone: Mario Pisano, Guido Pisano, Renato Pisano, Ugo Pisano, Ciro Pisano, il dirigente regionale Antonio Setaro e il tecnico Luca Fossati; si stanno attualmente verificando altri due filoni che s’intersecano alle indagini sui reati ambientali. Attualmente le autorità stanno cercando il nesso tra l’inquinamento prodotto dall’opificio e le patologie letali di molti residenti frattesi.

A coordinare i controlli vi è il valoroso Corrado Lembo e un pool di magistrati molto agguerriti: i pm Silvio Marco Guarriello, Mariacarmela Polito e Carlo Rinaldi. Già nel decreto di sequestro i giudici avanzano diversi dubbi, aprendo così le porte ad una moltitudine di nuovi e clamorosi scenari. A quando pare – secondo i pm – è finita sotto la lente d’ingrandimento una documentazione non conforme e prodotta per ottenere l’Autorizzazione integrata ambientale.

Tuttavia, i sospetti ricadono anche su una presunta omissione. E in tal caso, i pm, nel motivare l’applicazione della misura cautelare a causa dell’inadeguatezza intrinseca dell’impianto e della sua incompatibilità rispetto all’area in cui è situato, «a vocazione prevalentemente residenziale e confinante con un’area sottoposta ad una speciale protezione» gettano ombre anche sul Comune salernitano.

I magistrati, infatti, evidenziano come «Piano urbanistico comunale si rilevi anche che nell’area non possano insistere impianti come quello delle Fonderie Pisano – rimarcano i pubblici ministeri – non è stato evidenziato dal rappresentante del Comune in sede di Conferenza di servizi»

Contestato persino il provvedimento dello scorso 13 giugno, con il quale la Regione autorizzava la ripresa dell’attività delle Fonderie. «È un provvedimento – sottolineano nel decreto – palesemente viziato da innumerevoli profili d’illegittimità e si fonda su presupposti falsi. A ciò si aggiunga che, in realtà, nel provvedimento stesso si dà atto della natura provvisoria delle misure proposte dall’azienda per superare le criticità, nelle more della definizione della procedura del riesame».

Inoltre, emergono criticità legate lo smaltimento delle acque del piazzale. Nella maggior parte dei casi si tratta di abitanti della zona di influenza delle Fonderie, che denunciano «l’intollerabilità delle emissioni moleste – viene annotato nel decreto – sia per quanto concerne gli odori sia i fumi e le polveri, tali da rendere loro invivibili anche gli ambienti domestici e tali da limitare pesantemente lo svolgimento dei normali atti di vita quotidiana». Nel faldone, inoltre, ci sono anche dichiarazioni raccolte dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, agli atti il 23 giugno. In questa circostanza le cinque persone sentite dai militari rilevano «il persistere dei problemi in concomitanza con l’attività delle Fonderie»; precisando tra l’altro come le esalazioni «nella mattina del 23 giugno si siano fortemente avvertite tra le 6 e le 7,30, segno evidente di come gli interventi migliorativi non abbiano consentito di superare le annose e accertate criticità».

 

 

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