Cronaca

La Cassazione assolve l’avvocato Paola Calvano

Ci sono voluti quasi dieci anni e tre gradi di giudizio, oltre a perquisizioni, sequestri intercettazioni inutili, ma il 25.01.23 la Corte di Cassazione ha finalmente reso giustizia all’Avvocato Paola Calvano, annullando la sentenza della Corte di Appello di Salerno perché “la trama argomentativa presenta errori di diritto e vizi di motivazione, che ne inficiano la tenuta” e rimesso alla Corte di Appello di Napoli, “che provvederà a effettuare nuovo giudizio alla luce delle superiori argomentazioni”, in quanto la Cassazione è giudice di legittimità, non certo di merito.

“Tutto questo dispendio di energie e danaro, anche pubblico poteva essere evitato”, dice l’Avvocato Calvano, “se solo si fossero letti e compresi gli atti, invece, di dare credito a chi semplicemente cercava un modo per sottrarsi al pagamento.”

Perché la sua è una vicenda che a ragione può essere definita Kafkiana: il legale napoletano è stata ritenuto “reo” nel 2011 e nel 2012 di avere chiesto il pagamento delle proprie competenze professionali a due clienti, a conclusione vittoriosa, dell’attività in loro favore, svolta fino a quel momento in maniera gratuita; sostanzialmente quello che fanno giustamente migliaia di avvocati ogni giorno.

E, avendo lei ricevuto un diniego, per l’uno aveva chiesto e ottenuto nel 2012 un decreto ingiuntivo poi opposto e l’opposizione veniva rigettata dal Tribunale di Nocera Inferiore; con l’altra ex cliente l’Avvocato Calvano addiveniva a un accordo stragiudiziale, con l’assistenza, peraltro, di un Avvocato penalista, che, in violazione del Codice deontologico presentava poi un esposto al Coa di Napoli, che dopo veniva archiviato.

Quando, allora, il primo ex cliente si presentava nel 2014 in Procura a Nocera Inferiore per denun-ciare il legale, pur di non pagare, la sentenza che riconosceva il diritto dell’Avv. Paola Calvano alle competenze professionali, era già passata in giudicato e dopo che la Procura di Napoli nel 2011 aveva già archiviato la denuncia relativa agli stessi fatti presentata dalla stessa persona, che non contento si era rivolto a Nocera Inferiore, dove hanno creduto alla sua versione.

L’accusa oltre a due tentativi di estorsione, era anche di falso in concorso con una straniera, reato quest’ultimo che ha consentito di radicare la competenza a Nocera Inferiore e per il quale è stata assolta, mentre, invece, per i primi due capi si è vista comminare in primo grado tre anni di reclusione.

Dichiarata la prescrizione dalla Corte di Appello di Salerno, questa pronuncia non poteva certo soddisfare l’Avvocato Calvano, che ha ora ricevuto dalla Cassazione la giusta attenzione e corretta interpretazione dei fatti, escludendo quelle ipotesi di reato infamanti che le erano state ingiustamente affibbiate.

Redazione L'Occhio di Salerno

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