Cronaca

Castel San Giorgio, la denuncia di un ristoratore “Lo Stato ci lascia aperti per non doverci dare gli aiuti”

L'appello di un giovane ristoratore, che vede sfumare anni di lavoro a cause del lockdown

Salvare vite umane o salvare l’economia? La pandemia ci ha messo di fronte a questo dilemma che, se per i più ha una risposta semplice e ovvia, per chi invece ha una propria attività, e deve combattere per tenerla in piedi, questa risposta non è così scontata.

Il comparto della ristorazione è uno dei tanti messi in ginocchio dalle nuove restrizioni, e dal lockdown della scorsa primavera. Ormai i liberi professionisti sono ridotti al limite, con tasse da pagare, e introiti che non arrivano. Una situazione denunciata, con un accorato appello, da un ristoratore di Castel San Giorgio, Andrea Fortunato, poprietario della pizzeria L’oro di Napoli dal 2014, che con queste nuove restrizioni si sente schiacciato e denuncia “Lo Stato ci lascia aperti così non possiamo chiedere gli aiuti”. Ecco la sua storia.

Castel San Giorgio, ristoratore denuncia “Noi aperti per non ricevere gli aiuti”

La prima fase della pandemia era andata “bene”, se così si può dire, con gli italiani rassegnati alla clausura forzata e lo Stato che dispensava aiuti alle imprese in difficoltà. Ma questa seconda fase, che è un incrocio tra lockdown e coprifuoco, con un pizzico di ipocrisia, sta lasciando scontente parecchie persone, e tra questi ci sono i ristoratori, costretti a reinventarsi per rientrare in quelle che sono le nuove, raffazzonate direttive.

Le parole di un uomo disperato

Uno di questi è Andrea Fortunato, 33 anni, originario di San Marzano sul Sarno, ma sangiorgese di adozione dopo aver aperto la sua pizzeria, a Castel San Giorgio, nel 2014. In un video pubblicato sui social, Andrea esprime tutto il suo rammarico, e fatica a trattenere le lacrime, per una situazione che sta portando lui, e tanto come lui, allo stremo.



Lo sfogo

Uno sfogo pacato, parole amare, lacrime trattenute a fatica: in tanti sono nella sua stessa condizione, ma la rabbia sale quando si pensa che voci come quella di Andrea restano inascoltate.

Un escamotage ingegnoso

Lo Stato tiene aperti bar e ristoranti, imponendo orari limitati e regole che non permettono loro di andare avanti ma, grazie a tali regole, denuncia Andrea, se ne può lavare le mani perchè se si contunua a restare aperti, poi non è possibile chiedere aiuti, così come è stato nella prima ondata dell’epidemia.

Situazione insostenibile

Una situazione insostenibile, che accomuna migliaia di ristoratori in tutto il Paese e che, per ora, non ha soluzione, se non l’attesa, snervante e angosciante, che tutto finisca.


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