Cronaca

Castel San Giorgio, dilazioni Equitalia non pagate: scoppia il caso dei conti pignorati

A Castel San Giorgio, tiene banco il caso delle dilazioni Equitalia non pagate, le quali hanno dato il via al giallo dei conti pignorati.

Conti pignorati a Castel San Giorgio: il caso

I vecchi amministratori non pagano alcune rate di una dilazione con Equitalia e scatta il pignoramento del conto corrente.

La banca, però, in barba ad ogni norma di legge, e contravvenendo a precise disposizioni di legge contro anche il dispositivo del pignoramento, blocca anche il conto corrente personale del nuovo amministratore unico. Una storia kafkiana se non fosse che è tragicamente vera.

Il tutto avviene a Castel San Giorgio dove la società in house providing del Comune, la San Giorgio Servizi, negli ultimi anni gestita in modo alquanto discutibile (con qualche amministratore preoccupato più di pagare gli stipendi che i contributi e le tasse dovute per legge) aveva accumulato un grosso debito con la società di riscossione dello Stato.

Già a gennaio scorso il sindaco, Paola Lanzara, forse subdorando che nella società andava rimesso ordine, cambiò il management e nominò amministratore unico la dottoressa Mariella Lelli che da quel momento ha cercato non solo di risanare le posizioni contributive, ma anche di recuperare una gran mole di crediti vantati presso il Comune e rimettendo ordine in una serie di servizi svolti dai dipendenti, per i quali, però, non esisteva la adeguata documentazione di convenzione o di funzionalità.

Insomma una gestione molto spesso alla “sciacqua Rosa e viva Agnese” che aveva portato alla situazione attuale. La gran mole di debiti, però, e alcune rate non pagate aveva fatto scattare il 19 luglio scorso un pignoramento da parte di Equitalia. Un importo per rate insolute che in parte era stato già pagato ma con qualche giorno di ritardo rispetto alla partenza del pignoramento.

Giunto in banca, però, alla Ubi Banca Carime di Castel San Giorgio, un dipendente “troppo ignorante” per sapere che gli amministratori delle società a responsabilità limitata non rispondono con i beni personali, decide di non perdere troppo tempo e blocca oltre il conto della società, anche quello dell’amministratrice unica che ha l’unica sfortuna di avere il proprio conto corrente personale nella stessa agenzia bancaria.

«Ancora per poco -dichiara Mariella Lelli tra l’incredulo e l’indignato- Non solo provvederò a cambiare banca, ma valuterò anche se si configurano gli estremi per un risarcimento di danni morali e materiali per aver avuto incolpevolmente il mio conto corrente bloccato e senza neanche la decenza o la buona educazione di avvisarmi».

Ma c’è di più. Alle legittime rimostranze della malcapitata mentre il direttore facente funzione dell’agenzia cercava di porre rimedio in qualche modo, l’impiegato responsabile di una simile vicenda ha deciso di spiegarsi dopo aver anche preso il caffè con i colleghi e fatto attendere la cliente per oltre mezz’ora. E alla fine? La dichiarazione che lascia allibiti.

“Signora, non vi ho fatto spendere soldi per due giorni”. Davvero incredibile. Non tanto l’atteggiamento dell’impiegato o la sua ignoranza giuridica, ma ancor più grave è che l’Ubi Banca Carime, permetta lo svolgimento di mansioni così delicate a impiegati ignoranti e poco rispettosi dei clienti. Una vicenda tutta italiana e meridionale.

E mentre la San Giorgio Servizi dovrà cercare ora di sbloccare il proprio conto per riprendere le normali attività gestionali, un pensierino su cosa fare della propria agenzia di Castel San Giorgio, c’è da giurarci, dovrà farlo anche la Ubi Banca Carime.


Rocco Allagri da Cronache

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