Cronaca

Cava de’ Tirreni, caso Ausino Spa: buco economico da 800mila euro

Caso Ausino Spa a Cava deTirreni: i conti non tornato e il collegio dei revisori ha riscontrato un buco economico pari a 800mila euro.

Buco da 800mila euro: cresce sempre di più il caso Ausino Spa a Cava de’ Tirreni

Ausino Spa, nuova tegola per la partecipata comunale, adesso il collegio dei revisori dei conti del Comune di Cava vuole sapere perché la partecipata che gestisce il servizio idrico ha spedito agli uffici di Palazzo di Città una richiesta di 800mila euro al fine di ripianare un buco di bilancio.

Da cosa deriva questo buco? Partiamo con ordine. Nei giorni scorsi il presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Cava, il dottor Buonagura ha richiesto al sindaco Vincenzo Servalli, al segretario generale dell’Ente, Maiorino ed all’assessore al bilancio Adolfo Salsano, alla luce delle perdite in bilancio dell’Ausino Spa e delle richieste di pagamento della partecipata verso il Comune di 800mila euro, una relazione sui controlli fatti dal comune sulla partecipata in questione ed anche sulle altre partecipate, in house e non.

Questa richiesta dei revisori cade perché quest’oggi, 31 luglio 2019 si dovrà emettere il parere sulla capacità comunale di mantenere e salvaguardare gli equilibri del bilancio. I revisori dunque chiedono di avere delucidazioni – atteso che nonostante le richieste nel tempo nessuna relazione è stata fatta loro pervenire – poiché risulta decisamente anomalo l’atteggiamento del Comune e soprattutto dell’Ausino rispetto alla posizione debitoria ed alle richieste di pagamento.

In sintesi: da dove deriva questo accumulo di 800mila euro di debito? Il deputato al controllo della partecipata, perchè non lo dice? Atteso, lampante, che il Comune di Cava utilizzi l’Ausino Spa come partecipata recipiente al fine di sistemare gli appartenenti al Pd cittadino come il segretario Massimiliano De Rosa, l’ex segretario Mariano Agrusta ad oggi presidente; lo stesso comune affida il controllo della partecipata in maniera anomala al segretario generale Vincenzo Maiorino – zio dell’avvocato Giuseppe Zarrella, anch’esso in orbita Pd, partecipante ancora una volta ad un concorso, che con quasi certezza verrà fermato, nella stessa partecipata per impiegato di settimo livello, ruolo che ad oggi ricopre a tempo determinato grazie ad un contratto illegittimamente prorogato fino a settembre ed indicato all’interno di una lettera alla procura come un possibile beneficiario di un sistema finalizzato al voto di scambio – la cui dirigenza della partecipata urta con la funzione di responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione, i cui controlli sono così superficiali da ricevere un richiamo sia dalla Corte dei Conti sia dal collegio dei revisori dei conti dell’Ente.

Tornando agli 800mila euro: essi sono frutti di una installazione bislacca ed ovunque in città di contatori, molti dei quali girano a vuoto e sui quali spesso indebitamente ci sono utenze allacciate, nonchè la richiesta di pagamento delle forniture al Comune in 5 anni non è mai pervenuta, ed arrivate ben oltre 7 mesi fa a Palazzo di Città, nessuno le ha mai portate alla luce del collegio.

Adesso, cosa farà il Comune rispetto a questa richiesta di 800mila euro che crea uno scompenso nel proprio bilancio? Chi controllerà i contatori dell’acqua dei quali probabilmente non si conosce nemmeno il numero? Intanto i contribuenti ancora una volta si preparano a ripianare molto probabilmente la gestione allegra della partecipata.


Adriano Rescigno da Cronache 

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