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Cava, la scrittrice Patrizia Reso ripresenta il libro “Il fascismo e Cava città di confino”

CAVA DE’ TIRRENI. Patrizia Reso, ripresenta il suo libro, però, questa volta lo fa ai giovani, precisamente allo Spazio Pueblo, la giovane associazione costituita da ragazzi e ragazze presenta sul territorio cavese da più di dieci anni.

Questa volta la presentazione del suo libro “il fascismo e Cava città di confino” si svolgerà, domani, martedì 5 dicembre a partire dalle ore 19.00, precisamente, presso i locali di Spazio Pueblo situati in via Raffaele Baldi n. 1 a Cava de’ Tirreni; il relatore dell’evento sarà il professor Alfonso Conte, docente di Storia Contemporanea presso l’Ateneo di Fisciano e in qualità di testimone parteciperà anche il professor Luigi De Filippis nipote omonimo dell’avvocato cavese che fu confinato dal regime fascista, perché fondatore e direttore responsabile della Rivista del Mezzogiorno, periodico inviso al status quo.

La scrittrice Patrizia Reso vive a Cava de’ Tirreni, sposata ed ha quattro meravigliosi figli, allietata dalla compagnia di cani e gatti, una persona molto sensibile, che si sofferma molto sul contesto dell’immigrazione che negli ultimi anni ha caratterizzato la nostra nazione, ma in questo libro, invece, tratta una pagina di storia locale cioè quella di aver scelto Cava ai tempi del fascismo come città di confino, quel dispositivo di pubblica sicurezza istituito che vedeva come destinazione Cava de’ Tirreni, e che sarebbe dovuta passare quasi come una sorta di villeggiatura all’opinione pubblica e soprattutto anche alla stampa nazionale.

Infatti, la prefazione riportata all’interno del libro, spiega che: furono inseriti al confino funzionari dello stato liberale come Bortolo Belotti, certo non fascista e nemmeno antifascista ma pericoloso per la sua onesta intellettuale, inoltre, non mancarono i giornalisti che tra questi, l’autrice ricorda il giovane Engely Giovanni Giuseppe che al Casellario Politico nel 1937, di fianco al suo nome, è annotato: giornalista, fascista dissidente.

La Reso, però, non si occupa solo di uomini al confino, inoltre, va a scovare i nativi cavesi – precisamente 26 di cui due soli comunista, due repubblicani, sette anarchici, quattro socialisti e quattro apolitici – che furono segnalati al Casellario Politico Centrale ai tempi del fascismo e che costretti ad allontanarsi per sottrarsi ad atti di persecuzione come: osservati, vigilati e tenuti sotto controllo fino alla caduta del fascismo, il libro si conclude dandoci indicazioni prevalentemente dal portale storico della Camera dei Deputati, il quale mostra come fu rapida, in qualche modo semplice l’ascesa della legge sulla pubblica sicurezza del ’26 che varava appunto il provvedimento del confino politico.

Tra gli altri libri editi da Patrizia Reso, troviamo: Fotografia a colori e in bianco e nero. Ritratti al femminile di quotidiana solitudine (1997); Bambini nel mondo (2006) dove tratta la storia di prostituzione giovanile e di violenza quotidiana ai bambini, diventati presto adulti; La storia ignorata. Partigiani e deportati cavesi (2009); Elvira Coda Notari. Tracce metelliane di una pioniera del cinema (2011); ed infine, Senza ritorno. Balvano ’44. Le vittime del treno della speranza (2013) al quale gli è stata dedicata una targa alla stazione di Cava il 3 Marzo scorso.

I progetti proposti dalla Reso

Tra i tanti progetti proposti dalla Reso, all’amministrazione comunale, ricordiamo:

  • l’intitolazione della strada ad Elvira Coda Notari in via G. Bassi n° 5 dove ha vissuto la stessa regista e non è stata inserita tra i cittadini illustri;
  • l’inserimento di Settimia Spizzichino tra i cittadini onorari di Cava de’ Tirreni.

Riconoscimenti, inoltrati a Patrizia Reso, ricordiamo il “Premio Olmo d’Oro – 2017” rilasciato la scorsa estate come eccellenza cavese della letteratura e infine il premio “Principessa Sichelgaita” ricevuto il 20 giugno 2011 al castello Arechi di Salerno per aver riportato fuori questa figura.

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