Cronaca

Cava de’ Tirreni, dirigente aggredito: cala il gelo tra Sorrentino e Servalli

Botte al dirigente a Cava de’ Tirreni: cala il gelo tra il sindaco Vincenzo Servalli e Francesco Sorrentino, accusato di aver rivelato il malfunzionamento del Comune.

Guerra fredda tra Servalli e Sorrentino

Il fascicolo riguardante l’aggressione del dirigente Francesco Sorrentino è nelle mani del magistrato Roberto Lenza. Ieri mattina i legali Alfonso e Marco Senatore hanno avuto un incontro con il giudice.

Tra le priorità dei legali l’incolumità del dirigente Sorrentino alla luce di una possibile fuga di notizie da Palazzo di Città che avrebbe portato proprio all’aggressione del dirigente da parte dell’ex custode dell’asilo comunale Vincenzo Masullo.

Intanto a Palazzo di Città spirano venti di guerra fredda tra il primo cittadino Vincenzo Servalli ed il dirigente del primo settore che secondo indiscrezioni sarebbe stato accusato di aver portato alla luce del prefetto di Salerno il malfunzionamento della macchina comunale con la sua lettera – destinata anche al sindaco – dove si auspicava che venissero messe in attività tutte le condizioni per un tranquillo svolgimento del lavoro di tutti gli impiegati del comune.

Altra patata bollente a Palazzo di Città, sempre secondo indiscrezioni, è la mancata concessione delle deleghe temporanee ai funzionari dei settori da parte proprio dell’aggredito Sorrentino, che sembrerebbe tacitamente accusato di paralizzare la macchina comunale.

Lo scenario del comune sembra preoccupante con una guerra intestina in corso tra burocrati e politici con sopra il capo una già avvenuta aggressione ai danni del dirigente di spicco del comune ed altri episodi da scongiurare.

Intanto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Antonio Barbuti, ha richiesto una riunione dei capigruppo per cercare di far luce sull’accaduto, sulle indiscrezioni che si rincorrono a Palazzo di Città e sulle possibili contromisure da adottare visto che Sorrentino nella lettera fatta recapitare anche al prefetto chiedeva l’apertura di una indagine interna al sindaco alla luce delle parole di Masullo che lo individuavano quale unico responsabile quando nella realtà dei fatti non lo era – dello sfratto esecutivo dall’immobile comunale ormai occupato senza titolo.


Adriano Rescigno

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