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Cecilia Francese «Speravo di sfidarlo, la spunterò io. Bruno Di Cunzolo? Non ci sarà»

BATTIPAGLIA. All’esterno della sede elettorale di via Mazzini, a poche decine di metri da quella dello sfidante al ballottaggio Gerardo Motta, Cecilia Francese commenta la sfida al ballottaggio e confessa: «Ci aspettavamo di arrivare a questo punto». E aggiunge: «Sapevamo e speravamo di incontrare al ballottaggio proprio Motta». Quando ha capito che poteva davvero farcela? «Ci ho creduto sempre, si sentiva aria di cambiamento. La piazza mi ha consacrato sindaco. Mi sono commossa all’ultimo comizio, in piazza Amendola. Sarò il sindaco della gente. Il primo sindaco donna di Battipaglia».

Ha già sentito gli altri candidati a sindaco per stabilire eventuali alleanze in vista del ballottaggio? «Non ho parlato ancora con Ugo Tozzi ed Enrico Lanaro, ma dovremo sentirci. Non ho preferenze per nessuno, ma esistono progetti per lavorare e cambiare Battipaglia. Vedremo chi sceglierà di abbracciare la nostra idea di sviluppo. Noi vogliamo mettere subito mano al bilancio, che è in predissesto, e alla riorganizzazione della macchina amministrativa».

Ha già deciso chi saranno i suoi assessori? «Ho delle idee, non ho scelto il vicesindaco e della giunta dovremo ancora discutere. Non presenteremo la squadra di governo prima del voto. Saranno persone valide e non ci sarà alcuna spartizione politica». Tra i suoi assessori potrebbero esserci alcuni dei suoi fedelissimi, come Brunello Di Cunzolo o Gepi Speranza? «Non c’è questa possibilità e loro lo sanno». Come è cambiata Cecilia Francese dalle elezioni del 2009? «Sette anni fa rappresentavamo la novità assoluta. Il gruppo era appena nato. In consiglio comunale abbiamo proposto centinaia di iniziative, abbiamo fatto opposizione offrendo idee alternative, non abbiamo mai smesso di essere una squadra. Oggi, al nostro fianco, abbiamo anche dei partiti». Quanto ha pesato l’alleanza con Fernando Zara? «Tutti sono stati importanti». Le sue liste civiche hanno preso più voti dei partiti. «Nelle civiche c’erano tante persone che fanno storicamente parte del movimento. I partiti hanno dato il loro importante contributo».

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