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Centro di accoglienza per immigrati a Battipaglia, parla don Vincenzo Federico

BATTIPAGLIA. Il centro di accoglienza per immigrati che sorgerà a Battipaglia continua a raccogliere critiche e consensi da parte non solo di cittadini ma anche di amministratori locali.

Dopo l’annuncio di Forza Italia della nascita del primo Dipartimento Sicurezza e Legalità proprio in vista della creazione del centro polifunzionale, il nostro quotidiano L’Occhio di Salerno ha intervistato il responsabile della Caritas della regione Campania, don Vincenzo Federico, per chiedergli un suo parere sul centro e sulle rimostranze dei cittadini.

«Spesso ci sono queste preclusioni a priori, senza conoscere e senza sapere. La migrazione è una realtà con la quale dobbiamo necessariamente fare i conti. Non possiamo alzare i nuovi muri. Non si può costruire un muro nel Mediterraneo. Quindi, il bisogno di queste persone è costante ed è continuo e sui nostri territorio dovremo cercare di favorire una cultura dell’incontro dove l’uno rispetti e riconosca l’altro. Non alzare le differenze perché scadono nella degenerazione. È meglio aggregare attraverso dei centri polifunzionali che lasciare che la vita di queste persone degeneri ai margini della società, che diventi facile preda della criminalità, che viva nel degrado sociale, come nelle pinete, nella Piana del Sele, come i ghetti. Meglio far incontrare e far crescere e migliorare la qualità di vita di queste persone che lasciarli nel degrado. Poi dopo diventa un male per tutti perché ogni disagio diventa un disagio per tutti», ha dichiarato don Vincenzo.

Qual è il compito principale della Caritas durante gli sbarchi di migranti?
Noi abbiamo non solo reperito strutture dove accogliamo queste persone ma abbiamo fornito mediatori culturali nell’atto dello sbarco, aiutarndoli a capire dove si trovavano perché salvate in mezzo al mare, il primo luogo di approdo è stato Salerno. Quindi, mediatori culturali, linguistici, abbiamo fornito loro percorsi sanitari, prime informazioni e offerto ai bambini beni di prima necessità. Abbiamo offerto questa prima accoglienza insieme ad altre realtà associative della Città di Salerno e dell’intera provincia.

A proposito di sbarchi, si vocifera che proprio in questi giorni potrebbero giungere nuovi migranti. I centri di accoglienza, ormai, sono al collasso. Quale potrebbe essere una soluzione per accogliere i nuovi sbarchi?
La provincia di Salerno ospita circa 1100 migranti richiedenti asilo. Bisogna cercare nuove strutture perché c’è un piano di riparto regionale, nella conferenza Stato-Regioni dello scorso anno a Roma. E, in quell’occasione, c’è stata una ripartizione per regione e per provincia, in base al numero degli abitanti. Nella nostra provincia, in base alla ripartizione, ci dovrebbero essere altri 200/300 posti da trovare per offrire ospitalità.

Un’ultima domanda: la Lega Nord proprio a proposto di sbarchi ha detto all’Italia di non accogliere gli immigrati. Lei cosa risponde?
La legge del mare, da che mondo è mondo, impone che non si lascia nessuno morire in mare ma offrire soccorso. Ogni marinaio sa che non si lascia nessuno morire. Il primo monito è accogliere chi è nel bisogno e poi cercare di creare anche delle condizioni di dignità per queste persone, non si può respingere quando c’è un grido di aiuto. Sono posizioni più politiche che altro perché io dico sempre che i cittadini sono più accoglienti dei proclami degli amministratori locali e dei politici.

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