Cronaca

Chirurgo arrestato per falsi interventi: va dal gip, si difende e consegna un promemoria

Chirurgo arrestato, ieri l'interrogatorio a Giuseppe De Martino. Il medico ha risposto alle domande del giudice

Nelle scorse ore è andato in scena l’interrogatorio di garanzia di Giuseppe De Martino, il chirurgo arrestato con le accuse di falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Il camice bianco ha risposto alle domande, consegnando al giudice per le indagini preliminari di Napoli Giovanna Cervo le linee guida americane, internazionali e italiane che, sostiene, gli danno ragione come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Chirurgo arrestato, ieri l’interrogatorio di garanzia di Giuseppe De Martino

Tra i vari reati contestati a De Martino, ci sarebbero le pressioni esercitate nei confronti dei suoi collaboratori che si sarebbero rifiutati di somministrare determinati farmaci per sedare senza un anestesista in sala operatoria. Il legale del medico ha spiegato che “il dottore ha spiegato al giudice che il 50% degli specialisti in elettrofisiologia utilizzano questi farmaci senza la presenza degli anestesisti. Il dottore, dopo avere espresso forte disappunto, ha provveduto di persona e noi non escludiamo che all’epoca i quella clinica ci fosse un complotto nei suoi confronti”.

Per quanto concerne le false attestazioni di presenza in sala operatoria, l’avvocato rende noto che “era la società a lui riconducibile ad avere un contratto con la clinica e non il dottore e che quindi non era imperativa la sua presenza in sala operatoria. Al giudice il dottore De Martino ha confermato di essere pronto ad assumersi le sue responsabilità ma anche di essere sicuro che la sua tecnica, riconosciuta a livello mondiale, ormai consente di eseguire determinati tipi di intervento senza la presenza del cardiochirurgo e anche senza gli anestesisti”.

Dunque, spiega l’avvocato, si tratta “di sottoporre il paziente a sedazione e non ad anestesia. Ormai il progresso sta facendo diventare superflue, in certi casi, alcune figure che una volta invece erano indispensabili”.

La vicenda

Sciava invece di operare: è finito agli arresti domiciliari il cardiologo Giuseppe De Martino, il professionista di Pagani già rinviato a giudizio lo scorso anno dal Tribunale di Napoli per falsificazione di cartelle cliniche in una precedente inchiesta.

Dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, diretto dal comandante Alessandro Cisternino, è emerso che in quattro giorni, tra il 25 e il 28 febbraio 2020, aveva eseguito ben 32 interventi chirurgici di routine, sebbene fosse in vacanza a Madonna di Campiglio, nota località sciistica nell’Italia settentrionale.

Secondo la documentazione acquisita dagli inquirenti della Procura di Napoli (sostituti procuratori Mariella Di Mauro, attualmente procuratore aggiunto di Napoli Nord, e Fabrizio Vanorio) il professionista – amministratore unico e proprietario (in percentuali variabili) di diverse società – risulta che ha eseguito, ma solo sulla carta, diversi interventi di ablazione transcatetere, numerosi impianti di pacemaker, monocamerale e biventricolare, espianti di loop recorder (un dispositivo che viene impiantato sottopelle per registrare il ritmo cardiaco in continuo) e, infine, di avere diversi studi elettrofisiologici, un esame che valuta le proprietà elettriche del cuore.

Le accuse

Il medico, specializzato in cardiologia, è gravemente indiziato di concorso in falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Questi ultimi reati gli vengono contestati in quanto avrebbe costretto alcuni suoi collaboratori a menzionare la sua presenza nell’equipe malgrado in sala operatoria non ci fosse entrato.

Il cuore bucato al paziente

Ha raccontato un cardiochirurgo al pm Mariella Di Mauro, titolare del fascicolo: “A marzo di quest’anno (il 2021, ndr), mentre ero intento ad operare, fui chiamato in un’altra sala operatoria perché il dottor De Martino stava effettuando una procedura ibrida e nella fase prodromica si era bucato il cuore… Il paziente era un collega, era obeso ed è deceduto. Ebbi in quella occasione un primo contrasto con il dottore De Martino, al quale dissi che tali interventi andavano concordati e programmati. Lui mi disse di aver mandato una e-mail per comunicare l’intervento, ma gli spiegai che non occorreva una comunicazione, ma una comunicazione concordata di tale intervento”.

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