Cronaca

Circo Medrano. Veg in Campania risponde all'avvocato Benedetto Valerio

SALERNO. In merito alla precisazioni dell’avvocato Benedetto Valerio, in qualità di legale della srl ‘Leonida’, società che gestisce oggi il Circo Medrano, gli attivisti di Veg in Campania intendono a loro volta contestare in diversi punti questa sua smentita, che nelle ultime ore è stata pubblicata da diverse testate online. In corsivo la rettifica integrale dell’avvocato Benedetto Valerio ed in neretto le nostre precisazioni. In basso è ancora presente il nostro precedente comunicato stampa.

il sig. Albertino Casartelli non lavora presso il Circo Medrano, né è inserito nella sua struttura, né tantomeno ne è il titolare; in ogni caso, la sentenza del Tribunale di Padova è una sentenza di primo grado, oggetto di impugnazione – vale la pena di ricordare il principio di presunzione di innocenza sancito dalla nostra Costituzione (art. 27);
Il sig. Albertino Casartelli, condannato in primo grado a otto mesi di carcere, sia pure con la sospensione condizionale della pena, per il reato di maltrattamento degli animali, non è OGGI il titolare del Circo Medrano, ma era il rappresentate legale della ‘Eros’ sas, come dall’allegata visura camerale aggiornata al 19/04/2013, il cui oggetto sociale era “l’esercizio di attività circensi di circo equestre e simili”.
Che la ‘Eros’ sas gestisse il Circo Medrano lo si evince anche da questa deliberazione – www.comune.fucecchio.fi.it/pubblicazione/2013-001-40/ATTOCOPIA.doc – del Comune di Fucecchio (FI) del 01/03/2013: “Vista la domanda presentata, per il periodo 28.02.13 – 04.03.13, dalla Eros 91 s.a.s. di Albertino Casartelli (Circo Medrano) con sede in Roma (…) Il Circo Mediano della Società Eros 91 s.a.s. di Albertino Casarelli con sede in Roma potrà quindi occupare la Piazza Pertini”.
sono false e calunniose le circostanze secondo cui il sig. Braian (allenatore degli animali presso il Medrano) userebbe uncini appuntiti contro gli animali o altro sistema di maltrattamento
A tale obiezione rispondiamo allegando solo le immagini, estrapolate dal video “Investigazioni al Circo Medrano”, visualizzabile a questo link – https://www.youtube.com/watch?v=QxACZTuuQTE – su Youtube, in cui l’uncino viene utilizzato più volte, ben camuffato da pennacchi, su un elefante in pista.
e quella secondo cui gli animali sarebbero tenuti al freddo o costretti in condizioni di sofferenza;
Anche qui è il video a documentare le immagini di animali in condizioni di forte stress e apatia: elefanti che dondolano in maniera incessante con zampe e proboscide, un canguro che trema e si cinge continuamente il corpo in maniera compulsiva con le zampe, tigri impegnate in continue passeggiate nervose nelle gabbie strette.
gli animali rappresentano per i circensi un patrimonio affettivo e culturale, e sono parte dell’identità di chi vive e lavora in un circo.
Gli animali rappresentano per i circensi un patrimonio in senso stretto. Cosa che probabilmente in molti non sanno, i circhi ricevono contributi pubblici del FUS (Fondo Unico dello Spettacolo): ‘Eros’ sas di Albertino Casartelli, nel 2012, ha beneficiato di oltre 200.000,00 euro.
Nel 2016 è invece ‘Leonida’ srl, come da pagina del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismohttp://www.spettacolodalvivo.beniculturali.it/index.php/circolari/cat_view/58-circhi-e-spett-viaggiante-normativa-di-settore/59-fus-circhi-e-spettacolo-viaggiante/122-fus-circhi-e-spett-viaggiante–triennio-2015-2017 – a ricevere fondi pubblici.
Gli animali dei circhi vivono a fianco dell’uomo dalla nascita, perché sono tutti nati in cattività: le leggi che regolano il commercio e gli spostamenti di fauna e flora esotica sono rigorosissime (convenzione Cites). L’habitat circense rappresenta quindi per l’animale del circo la propria casa, e lui non desidera allontanarsene: ci è cresciuto dentro, ci vive, lì si sente sicuro e protetto;
Gli animali nati in cattività mantengono i loro istinti selvatici e soffrono la privazione della libertà. Il conflitto tra istinto e le condizioni imposte dalla prigionia porta ad attacchi aggressivi anche verso le persone, documentate in numerosi casi, e innumerevoli tentativi di fuga. L’ultimo, in ordine di tempo, è il caso di una tigre bianca fuggita da un circo nel palermitano appena una decina di giorni fa.
Simili dichiarazioni non tengono inoltre conto del fatto che la nascita in cattività, lungi dall’essere una giustificazione, rappresenta invece una grave situazione di disagio per un animale, privato in tal modo fin dal primo giorno di vita della possibilità di vivere nel suo ambiente naturale, il solo in grado di garantire all’individuo una vita completa e soddisfacente.
È comunque assai inverosimile che gli oltre duemila animali detenuti nei circhi italiani siano nati tutti nei circhi o comunque in stato di cattività. La riproduzione in cattività di molte specie è assai difficile, per altre impossibile. A dimostrazione di ciò, le rare nascite di animali nei circhi, così come negli zoo, negli acquari e nei delfinari, vengono sempre pubblicizzate con enfasi, proprio perché si tratta di eventi di natura eccezionale.
va rimarcato che il Circo Medrano è tra i più blasonati, in Italia ed Europa, per dimensioni, storia imprenditoriale ed artistica, e – non da ultimo – per qualità delle strutture e degli spettacoli proposti. Non a caso i suoi artisti hanno ricevuto per ben due volte il massimo riconoscimento mondiale del settore: il Clown d’Oro assegnato al Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo, promosso dai Reali del Principato di Monaco. Tra le linee guida fondamentali seguite dal Circo Medrano vi è quella della massima attenzione e cura ad ogni aspetto della propria struttura organizzativa e di spettacolo, in primis, la cura dei propri animali ed il rigoroso rispetto della normativa in materia. 
 
Indipendentemente da qualsiasi premio e certificazione, consolidate teorie psicologiche e psichiatriche ritengono che lo spettacolo circense con animali è altamente diseducativo per i bambini, che lo vedono come una vera e propria legittimazione della sopraffazione del più forte nei confronti del più debole, dell’uomo su tutti gli animali.
Rifiutiamo questo tipo di spettacolo, perché non rispettoso del diritto alla vita e alla libertà di ogni essere senziente; rifiutiamo la prigionia, sia essa umana che animale. È per questi animali ridotti in schiavitù che vogliamo spezzare le catene: quelle fisiche, che li legano al suolo, e quelle dell’ignoranza umana, della totale incapacità di guardare agli animali con empatia.

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