Cronaca

Il Comune non riceverebbe i canoni di locazione dalla San Giorgio Servizi

CASTEL SAN GIORGIO. Il Comune di Castel San Giorgio  percepisce le quote per le lampade votive ma non riceverebbe i canoni di locazione dalla San Giorgio Servizi.

Niente canoni di locazione dalla San Giorgio Servizi: il Comune potrebbe rispondere alla Corte dei Conti

Leggendo tra le pieghe del bilancio del Comune di Castel San Giorgio si scoprono incredibili vicende legate alla società in house San Giorgio Servizi. Il Comune, infatti, raramente e non solo quest’anno, ha incassato la propria quota parte per il servizio di lampade votive al cimitero in occasione della ricorrenza dei defunti. Ma cosa ancor più grave sono svariati anni che la società non pagherebbe i canoni di locazione per la sede dove svolge la sua attività al Centro di quartiere di Lanzara.

Un debito, nei confronti del Comune, che supererebbe i sessantamila euro. Se si sommano i debiti accumulati con gli istituti di previdenza, che ha pagato l’attuale amministratore Nuccio Di Leo, (che ammontavano a circa 250
mila euro) grazie ad un esborso straordinario della giunta Lanzara, gli stipendi arretrati che dovrà pagare la
giunta Lanzara, gli incassi non effettuati delle percentuali sul servizio di lampade occasionali venuti meno alla giunta Lanzara e i fitti non riscossi, anch’essi venuti meno alla giunta Lanzara, gli amministratori passati della San Giorgio Servizi, hanno provocato un danno a tutti i cittadini di Castel San Giorgio di circa mezzo milione di euro senza contare che non si sa se gli accantonamenti per il Tfr sono coperti da assicurazione o sono solo poste contabili in bilancio non coperte da liquidità.

Un dato enorme per una società che se fosse stata privata avrebbe già chiuso i battenti da tempo considerato che esiste un rapporto sproporzionato tra impiegati e operai: un dipendente in ufficio ogni cinque operai, e due impiegati risultano essere sotto inchiesta perché denunciate dal comandante dei vigili urbani e le cui indagini sono ad un passo dalla scadenza dei termini con l’attesa delle conclusioni da parte della Procura della Repubblica con la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.

Una società largamente fallimentare tenuta in vita ad esempio di carrozzone politico a cui vengono affidati servizi che se fossero affidati a privati costerebbero forse anche meno e con un risultato di gran lunga diverso in termini di efficienza, immagine e celerità. Sia i sindacati di Andrea Donato che quello di Franco Longanella hanno fatto in modo che nella San Giorgio Servizi confluissero amici e parenti di politici senza contare le scelte del sindaco Travicello Sammartino, riguardo il management e promozioni interne non supportate da titoli e competenze, ma solo per rapporti di parentele con i suoi assessori o con il suo vicesindaco.

Una situazione che ovviamente non può durare a lungo. Con circa mezzo milione di euro, la somma sborsata per ripianare alcuni debiti e quella relativa ai mancati incassi che si sarebbero dovuto introitare dalla San Giorgio Servizi, il Comune di Castel San Giorgio avrebbe potuto risolvere molti contenziosi, regolarizzare i pagamenti con i fornitori, asfaltare tutte le strade del territorio, e risparmiare su alcuni servizi senza avere neanche locali impegnati in una sua struttura senza percepire alcun tipo di canone di locazione.

Prima o poi, gli amministratori di Castel San Giorgio potrebbero anche essere chiamati a rispondere davanti alla Corte dei Conti. Ed è proprio questo il dato più incredibile della vicenda. Se il Comune cedesse alle richieste dei dipendenti e dei sindacati continuerebbe a tenere in vita un carrozzone politico e di finire davanti alla magistratura contabile.

L’alternativa sarebbe chiudere la società: in questo caso il rischio sarebbe quello di ritrovarsi contro 18 dipendenti. Una cosa sola appare certa: qualunque sia stata fino ad adesso la cifra investita nella San Giorgio Servizi, i debiti sono sempre aumentati invece di diminuire. E anche l’immagine della società si è appannata.


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