Inchiesta

I salernitani e il coronavirus, l’esperienza di chi lavora al Nord: “C’è paura ma non caos”

Come vivono l’emergenza coronavirus le persone originarie di Salerno che per motivi di lavoro si trovano al Nord? Sono tante le persone che in questi giorni stanno facendo i conti con una situazione caotica nelle grandi città del Settentrione e tra questi  ci sono anche molti salernitani.

Coronavirus, l’esperienza delle persone di Salerno al Nord

Partiamo da Milano, una delle città maggiormente colpite – almeno a livello mediatico – dall’ondata di paura. Lì lavora Arianna Brigante:“Qui ha avuto un forte impatto la cattiva informazione – racconta la ragazza originaria della zona orientale di Salerno – Dopo la notizia dei primi contagi di Codogno le persone si sono precipitate nei supermercati per fare scorte in vista di un presunto isolamento. Avevo bisogno di comprare dell’acqua ma ho trovato solo tre bottiglie, sugli scaffali non c’erano pasta e cibi in scatola”. 


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Secondo la responsabile salute sicurezza e ambiente di una multinazionale tedesca la questione “è meno grave di quanto sembra. Alcune aziende, tra cui la mia, hanno consigliato di non andare a lavorare per evitare spostamenti con i mezzi pubblici e hanno adottato la misura dello smart working (lavoro da casa, ndr). Ad ogni modo c’è la possibilità di recarsi in azienda per incontri importanti a fronte, ovviamente, di controlli accurati”.  La situazione dovrebbe tornare alla normalità a breve: “Dalla prossima settimana saremo tutti operativi. La gente ha paura, fino a ieri le strade erano deserte, sembrava di essere in un film. Non siamo in quarantena ma in caso di spostamenti siamo tenuti a comunicarlo”.


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Nella zona Nord del capoluogo lombardo si trova Gabriella Genovese: “Qui nessuno gira con le mascherine se non al Comune dove vengono controllati gli ingressi. Nelle grandi catene di supermercati sono finiti i generi alimentari come uova, carne e pasta. Per fare una piccola scorta ho dovuto girare più negozi”.

Infermiera in una casa circondariale della zona, Gabriella racconta: “È stato adottato un protocollo con camere di isolamento e riduzione delle persone che possono presentarsi ai colloqui la cui durata è stata ridotta . Ora si valuta anche l’introduzione del triage prima di far accedere le persone alla struttura. Inoltre sono stati bloccati i permessi premio e di lavoro per i detenuti”. La giovane sanitaria salernitana avrebbe dovuto rientrare a Salerno “ma non l’ho fatto per motivi personali. Sono stata all’ospedale Sacco dove non ho visto allarmismo anche se il personale sanitario era provvisto dei dispositivi di protezione“.

La situazione a Venezia

“Il flusso di persone in strada è diminuito da qualche giorno – racconta Roberto Marino, infermiere salernitano residente a Venezia –Nei supermercati gli scaffali di pasta e acqua sono stati svuotati. Sui battelli la situazione è normale dato che nei giorni scorsi sono state effettuate le operazioni di sanificazione”. 


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L’operatore sanitario ha spiegato: “Sto andando tranquillamente a lavorare perché nella zona mia (Venezia Lido) non si sono registrati casi. All’ospedale di Venezia sono state adottate misure speciali di sicurezza e in città c’è stato un acquisto massivo di mascherine, stesso discorso per l’amuchina, introvabile nei supermercati e nelle farmacie”. Nel tempo libero Roberto gioca come portiere con una formazione locale: “Gli allenamenti negli spazi aperti continuano regolarmente a differenza di quelli negli spazi chiusi. Sono stati sospesi anche i campionati”. La compagna Gloria Di Paolo invece lavora in una azienda di Murano dove “la situazione è regolare, il lavoro prosegue senza problemi nelle isole dato che per il momento non si sono registrati casi di contagio”.

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