Cronaca

Coronavirus, a Sarno beccati parrucchieri ed estetiste a domicilio

C’è chi non può fare a meno dell’acconciatura e, durante l’emergenza coronavirus, cerca soluzioni fantasiose e illegali. Come far venire di nascosto parrucchieri ed estetiste a casa. A Sarno stanno arrivando diverse segnalazioni e il sindaco Giuseppe Canfora ha deciso di intensificare i controlli.

Sarno, parrucchieri, barbieri ed estetiste lavorano durante l’emergenza coronavirus

A Sarno ci sono persone che, contro ogni norma, continuano a lavorare a domicilio, in particolare parrucchieri, barbieri ed estetiste. Il primo cittadino, a seguito delle segnalazioni giunte, ha voluto l’inasprimento dei controlli e sanzioni anche per i clienti.

Le parole del sindaco Canfora

“Dico No a chi mette a rischio la comunità – scrive Canfora – Se la vostra salute non sta a cuore a voi, sta a cuore a me! Premetto anzitutto che in queste settimane abbiamo intensificato i controlli su tutto il territorio, individuando cittadini che purtroppo continuano a non rispettare le regole.
Continueremo ed inaspriremo i controlli per tutti.

Voglio in particolare rivolgere questo mio appello a parrucchieri, estetiste, barbieri ed a tutti i lavoratori che in questo momento non possono operare, ma che pensano di poterlo farlo magari in altre modalità.

Mi spiace profondamente, ma dobbiamo tutelare i cittadini, gli altri lavoratori che seguono scrupolosamente le regole e, responsabilmente, non stanno lavorando nonostante il grave problema economico e sociale.

Continuano ad arrivare segnalazioni ed il mio appello è a questi lavoratori a domicilio, dei quali comprendo la necessità del lavoro, ma non a rischio della vita propria e di quella altrui.

La necessità di lavoro oggi è per tutti, ma ci sono persone di buonsenso.

La tutela della salute viene prima di tutto. Nessuno può pensare di uscire col pericolo di tornare a casa col virus ed infettare genitori, figli, mogli, mariti.

Il mio appello è anche a chi richiede tali servizi incurante dei divieti e dell’emergenza che stiamo vivendo, ponendo il lavoratore perfino nella condizione di non riuscire a negare il servizio nel timore di perde un cliente.

Se non fosse ancora chiaro, così facendo è altissimo il rischio che possiate contagiarvi tutti a vicenda. Tale comportamento scellerato e deplorevole rischia di vanificare il sacrificio di un’intera comunità sottoponendola continuamente all’alto rischio di avere ulteriori persone positive”.



 

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