Cronaca

Corruzione e abuso d’ufficio, inchiesta sul cimitero di Battipaglia: in 7 a processo

Inchiesta sul cimitero di Battipaglia per corruzione e truffa aggravata: 2 patteggiamenti, una messa alla prova e 7 rinvii a giudizio

Inchiesta sul cimitero di Battipaglia, corruzione, truffa aggravata e abuso d’ufficio: due patteggiamenti, una messa alla prova e sette rinvii a giudizio.

Battipaglia, inchiesta sul cimitero: in 7 a processo

Il dipendente comunale Ranieri Vitale, addetto al servizio cimiteriale a Battipaglia ha patteggiato la pena così come Patrizia Garofalo. La donna avrebbe pagato una somma di denaro per ottenere la traslazione di un defunto da un loculo provvisorio ad uno definitivo.

Per Enrico Gizzi è scattata la sospensione del processo con messa alla prova.

I rinvii a giudizio

Il gup Giovanna Pacifico ha disposto il rinvio a giudizio per:

  • Cosimo Melillo
  • Giuseppe Lepore
  • Teodoro Loffredo
  • Francesco Parente
  • Gerardo Bacco
  • Claudio Gizzi
  • Chicco Gizzi

L’indagine

  L’indagine, avviata dall’Arma, trae origine dall’anomala presenza all’interno del cimitero di Battipaglia del Melillo, soggetto già gravato da una condanna per 416 bis, risalente al 2008, in quanto ritenuto sodale del clan camorristico “Giffoni – Noschese”, all’epoca egemone sul territorio. In particolare, ha destato sospetto il fatto che quest’ultimo eseguisse la quasi totalità delle operazioni di polizia mortuaria, fuori dai formali circuiti amministrativi dell’ente locale.

Le indagini (sia tecniche che tradizionali), dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno portato alla luce uno stabile patto corruttivo tra pubblici funzionari ed imprenditore in danno del Comune di Battipaglia e dei privati cittadini, indotti con l’inganno a versare somme di danaro dall’ammontare variabile per ottenere i servizi cimiteriali. Presso il Cimitero di Battipaglia, oltre ai due dipendenti in argomento, erano assegnati diversi operai specializzati abilitati a svolgere le operazioni di polizia mortuaria, che di fatto erano inutilizzati.

Nessuna ditta privata poteva infatti sostituirsi ai medesimi, stante l’esclusiva competenza dell’ente locale all’esecuzione del servizio, saldabile solamente attraverso apposito versamento a favore della pubblica amministrazione con bollettino postale o bonifico bancario.

Danno per le casse del Comune di Battipaglia

Il “danno” per le casse comunali era peraltro doppio: è stato, infatti, accertato che il materiale edile usato dal Melillo per i lavori cimiteriali era preventivamente acquistato dal Comune, quindi pagato dai contribuenti a monte. Le indagini condotte dai Carabinieri hanno disvelato come i due impiegati comunali sospesi, in combutta con il Melillo , violassero stabilmente tale regime, intascando direttamente il danaro da parte di privati cittadini, i quali, erroneamente persuasi di una temporanea indisponibilità di mezzi e dipendenti comunali, lo versavano nelle mani del privato imprenditore ovvero dei pubblici funzionari, che ripartivano tra loro tre le somme illecitamente ottenute e definitivamente sottratte all’ente locale.

È stato altresì dimostrato come il Melillo , costantemente presente all’interno degli uffici comunali del cimitero, agisse – di fatto – come dirigente e coordinatore dei lavori.


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