Cronaca

De Luca in tribunale a Salerno: «Crescent, nessun patto fuorilegge»

«Non c’è nessun accordo collusivo tra la parte imprenditoriale e quella politica». Lo ha detto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto in tribunale a Salerno per rendere dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo Crescent nel quale l’ex sindaco di Salerno è imputato per falso ideologico, abuso d’ufficio e reati urbanistici.

Crescent, Rcm

De Luca in Tribunale

«Quali sono questi elementi che possano far pensare a qualche illiceità», ha proseguito De Luca nel corso di un intervento durato circa 50 minuti. «La fretta, l’istigazione e una sponsorizzazione in favore della Salernitana avvenuta un anno dopo l’acquisizione dei diritti edificatori da parte di Rainone.

La Salernitana era in difficoltà e poi sarebbe fallita. Il sindaco fa appello a tutti gli imprenditori affinché diano una mano per fare i playoff. L’accusa recepisce questo. Che un anno dopo l’aggiudica dei diritti edificatori, Rainone per un atto di gratitudine verso il sindaco fa la sponsorizzazione alla Salernitana. E come si arriva a questo riscontro? Perché Citarella, proprietario della Nocerina, polemizza con Rainone chiedendo “perché non mi fai una sponsorizzazione più consistente”. E lui spiega che aveva già aiutato la Salernitana. Signor presidente, vorrei sapere di cosa deve rispondere il sindaco? Del reato di tifoseria?».

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De Luca ha anche richiamato la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il Comune di Salerno a restituire 6 milioni di euro a Rainone per oneri di urbanizzazione non dovuti. «Altro che vantaggio, c’è stata una posizione vessatoria».

E ancora, ha attaccato in aula il governatore, «volendo forzare la realtà si è arrivati a dei paradossi. Siamo di fronte a forzature. La manovra urbanistica aveva l’unico obiettivo di riqualificare un’area degradata di Salerno. Mi colpisce che in questo procedimento non c’è nessun riferimento allo stato in cui versava quell’area.

Noi volevamo modificarla. La tesi dell’accusa, invece, è che dieci anni di anni di manovre urbanistiche avevano come obiettivo essenziale, se non unico, quello di apportare un ingiusto vantaggio a un imprenditore».

La storia del Crescent

Era il 2013 quando scattarono i sigilli al cantiere. De Luca riceve l’avviso di garanzia assieme ai componenti della sua giunta. In totale gli indagati sono trenta e i capi di imputazione variano da abuso d’ufficio, a falso a reati urbanistici. Tra le contestazioni all’allora sindaco quello di aver «forzato» la modifica del pua. Un anno dopo arriva il rinvio a giudizio e inizia il processo che è andato avanti con lo stesso collegio nonostante il trasferimento del presidente Vincenzo Siano da Salerno a Roma.

Il processo è andato avanti regolarmente nonostante alcune vicissitudini legate ai cambi di giudizi e alle lunghe perizie tecniche. Quella di oggi potrebbe essere l’ultima udienza, necessaria per completare le discussioni delle difese, e il 7 settembre dovrebbe uscire la sentenza.

Le richieste di pena

Le richieste di pena più pesanti sono state proprio per il governatore della Campania, a processo per reati commessi durante il suo mandato di sindaco di Salerno (due anni e dieci mesi), quindi per gli imprenditori Eugenio Rainone e Rocco Chechile (due anni e sei mesi per ciascuno dei due). Nove mesi per i componenti dell’allora giunta De Luca (Eva Avossa, Gerardo Calabrese, Luca Cascone, Luciano Conforti, Domenico De Maio, Augusto De Pascale, Ermanno Guerra, Aniello Fiore, Vincenzo Maraio, Francesco Picarone); un anno e sei mesi per l’ex soprintendente Giuseppe Zampino; un anno ed un mese per il dirigente comunale Lorenzo Criscuolo; un anno e sei mesi per il tecnico Davide Pelosio; un anno e due mesi per Matteo Basile(funzionario comunale), Annamaria Affanni e Giovanni Villani (della Soprintendenza di Salerno); un anno per il tecnico comunale Nicola Gentile ed un anno e quattro mesi per la collega architetto Bianca De Roberto; un anno e dieci mesi per l’amministratore della Sist Maurizio Dattilo.


fonte: il mattino

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