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De Luca, piano per i rifiuti in Campania: «Occorrono 15 impianti di compostaggio»

Vincenzo De Luca contro tutti. Il governatore attacca, anzitutto, i comitati anti rifiuti, gettando nel calderone anche chi si batte contro l’impianto di compostaggio previsto a Battipaglia. Nell’invettiva infila gli attivisti della Terra dei fuochi, una «parola da cancellare».

infine tocca di passata i «camorrologi di professione, che fanno i milioni rovinando intere generazioni di giovani che per fenomeni emulativi si mettono a parlare e si comportano come quegli imbecilli delle serie tv». L’identikit assomiglia a Roberto Saviano, seppur mai nominato. Il governatore spara ad alzo zero all’incontro intitolato “Mai più Terra dei fuochi”, promosso a Napoli dalla Coldiretti.

Le sue parole sono come musica per la platea, che applaude a scena aperta, dopo aver denunciato per anni i danni all’economia delle campagne ambientaliste. Il bersaglio principale è «il comitatismo». «Noi qui abbiamo un maledetto vizio, la lamentosità – attacca De Luca –. Ci sono stati 3 morti e 25 infettati per la legionella in Lombardia, sistema sanitario al vertice nazionale, sono notizie che scorrono sotto i notiziari televisivi in maniera neutra. Fossero morte 3 persone a Napoli per la legionella sarebbe venuta la fine del mondo. Cerchiamo di imparare a non farci male con le nostre mani».

«In Campania e nel sud – martella il governatore – abbiamo la maledetta abitudine di vivere di parassitismo mediatico roviniamo un intero settore economico. Un altro problema che abbiamo è che per ogni pelo dobbiamo dare vita a un comitato: provate a muovere un a foglia in questa regione e vedete se non nasce un comitato, c’è gente che ha bisogno di tenere in vita il problema, altrimenti rimane disoccupata».

Nel mirino, come in passato, finisce chi dice «sempre no». E, quindi, pure chi non vuole sentir parlare del sito nella Piana del Sele. «Come li vogliamo smaltire i rifiuti? – domanda incalzante il governatore – Abbiamo detto di no ai termovalorizzatori, insostenibili economicamente, ma una soluzione ci vuole. Una soluzione fatta di differenziata spinta, così da arrivare almeno al 60% in tutta la Campania, e almeno 15 impianti di compostaggio. Ed è qui che scatta il “comitatismo” ».

«È mai possibile – insiste – che per fare un impianto a 20 chilometri dal primo centro abitato dobbiamo continuare ad avere i comitati? È da irresponsabili se diciamo sempre no, ci manderanno a quel paese. Dire no è comodo, poi alla fine i costi ricadono sulle famiglie e i 190 euro a tonnellata per portarli fuori regione, chi pensate che li paga? I cittadini. Se siete contenti così va bene».

E di questo passo, De Luca arriva a promettere: «Non parlerò mai più della Terra dei fuochi, togliamo di mezzo questa espressione, parliamo di Napoli nord, Caserta sud, parliamo di quello che volete, ma questa espressione non ha motivo di esistere». De Luca afferma che dal lavoro affidato all’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno «è risultato che solo il 2% del terreno poteva presentare rischi, la Campania oggi è la regione più controllata e monitorata di Italia».

A De Luca replica Maria Muscarà, consigliera regionale del M5s e componente della Commissione sanità: «Il governatore non ammette il fallimento e definisce irresponsabili i cittadini. Dopo tre anni di scellerata gestione del ciclo dei rifiuti, De Luca corre ai ripari facendo gravare ogni colpa sui cittadini, arrivando ad additarli come irresponsabili semplicemente perché contrari a sovraccaricare di impianti i territori in cui vivono e nei quali crescono i loro figli».

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