Cronaca

De Luca presenta il piano rifiuti

NAPOLI. Nessun nuovo termovalorizzatore né discarica, ma un ulteriore incremento della raccolta differenziata e la soluzione nell’arco di tre anni del problema delle ecoballe. Questa la strada tracciata dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per la gestione del ciclo dei rifiuti e per rispondere alla sentenza della Corte di giustizia europea, che a luglio ha condannato l’Italia per la situazione campana. Una serie di interventi che, prima di arrivare sul tavolo dell’Ue, entreranno a far parte di un accordo con il Governo, al quale la Regione chiederà 600 milioni di euro per finanziare le proposte. Su questo «non c’è un piano B – precisa De Luca – devono stanziarli».

Per smaltire i 5,6 milioni di tonnellate di ecoballe ha spiegato che «non esiste un’unica soluzione. Ci si muovera su tre fronti: “Un terzo andrà furoi regione in impianti di vario tipo, un alto terzo sarà trattato attraverso il potenziamento degli stir di Tufino e Giugliano, dedicando una nuova linea di tritovagliatura alla lavorazione delle ecoballe; il rimanente con il potenziamento dello stir di Caivano per le ecoballe di Villa Literno e Caivano». De Luca ha anche spiegato che l’intero processo dello smaltimento delle ecoballe sarà «sottoposto a controllo democratico di un comitato di sorveglianza con Legambiente, Comuni interessati, cittadinanza attiva» e che il trasporto delle ecoballe potrà essere affidato «anche a ditte private che abbiano ottenuto l’ok dell’Anac di Cantone con cui abbiamo un accordo».

De Luca ha spiegato che parte dal no alla termovalorizzazione «non per una posizione ideologica, ma perché costruire un impianto significherebbe 350 milioni di spesa e l’entrata in funzione non prima di quattro anni, dopo di che un impianto da 300.000 tonnellate annue ci mette vent’anni per eliminare le ecoballe». Sulle discariche, De Luca ha spiegato che «i rifiuti inertizzati possono essere stoccati nelle decine di cave abbandonate visto che nelle ecoballe la frazione umida ormai è praticamente inesistente» e che dalle ecoballe stesse «verranno tolti i materiali ferrosi e di plastica»

Nel nuovo piano rifiuti della Regione Campania è prevista la realizzazione di «almeno quattro impianti di compostaggio chiusi per la lavorazione dell’umido» che saranno finanziati dalla Regione con «cento milioni di fondi europei, visto che un impianto come quello di Salerno costa circa 25 milioni». Si lavorerà poi per far crescere di almeno il 10% la differenziata (che ha già avuto un incremento fino al 48%), anche per rafforzare il no ai termovalorizzatori e recuperare credibilità nei confronti dell’Ue, che «ha verificato come non sia stato realizzato quasi nulla del vecchio piano».

La stessa Ue che «sta pagando i 120 mila euro al giorno previsti dalla multa – sottolinea De Luca – perchè noi possiamo dare solo la solidarietà, soldi zero». Impegnando 100 milioni di fondi europei, la Regione pensa alla realizzazione di 3-4 nuovi impianti di compostaggio «chiusi, sul modello Salerno». Per collocarli De Luca pensa ad aree industriali dismesse e chiede al Comune di Napoli «un approfondimento di riflessione per l’impianto di Scampia, area che ha già problematiche sociali».

(Articolo tratto dalla Città)

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