Inchiesta

Degrado a Salerno, un immondezzaio chiamato zona nord

SALERNO. Il degrado imperversa nella città di Salerno, dopo le tristi analisi che hanno portato alla luce fatti di grande rilevanza, come le campane sporche dei quartieri, le immondizie stra-bordanti nei cassonetti metallici via S. Giovanni Bosco e la “Street Art” del liceo artistico “Sabatini Menna” oltraggiata nel punto adiacente alla sede dell’Humanitas, basta farsi una passeggiata presso i punti nevralgici della zona nord salernitana, per comprendere che la sporcizia ha letteralmente invaso gran parte del territorio.

Salerno non è mai stata così sporca e a dimostrarlo sono i sacchetti selvaggi presenti su ogni marciapiede, in ogni parcheggio e all’interno della poche vegetazione che è rimasta ai bordi del fiume Irno e che collega il rione Fratte con il Parco Pinocchio. Una tragedia per i residenti che, molli e dimessi accettano questo stato di cose con fatalismo e rassegnazione, se si pensa all’igiene, invece, il dato sembra a dir poco catastrofico in quanto, le elevate temperature di queste settimane, riscaldano i sacchetti selvaggi e le bustine ricolme di feci, emanando un tanfo a dir poco indecoroso.

Le micro-discariche partono dalla rotatoria di via Antonio Gramshi, sino a giungere a pochi passi dal centro commerciale “Le Cotoniere”, l’urbanizzazione forzata della precedente Amministrazione De Luca e quella dell’attuale Giunta Napoli raggiunge l’apice del fallimento quando, a ridosso dei cornicioni che separano il fiume dalla strada che porta a rione Fratte, si possono trovare sacchetti di feci di cane che vanno a braccetto con le siringhe gettate dagli insospettabili eroinomani salernitani che nella notte dominano queste strade.

Un altro orrido spettacolo, lo si può intravedere nel parcheggio destinato ai pazienti del CE.DI.SA (Centro Diagnostico Salernitano) dove residenti incivili di dilettano a depositare la loro immondizia nelle aiuole circostanti o sotto le auto parcheggiate nella zona. Bisogna effettivamente stare attenti dove si mettono i piedi, persino l’aria che si respira diviene talmente rarefatta, da causare coniati di vomito o sensazioni di ribrezzo “indimenticabili”.

Salerno, quel magico luogo dalle lontane origini etrusco-sannite, dove sorgeva (sul letto del fiume) la civiltà che ha dato i natali a noi e ai nostri figli, si è trasformata in una moderno ricettacolo di rifiuti, un luogo dove i nostri figli stentano a trovare una via d’uscita, un dramma che mai ci si può aspettare nel piccolo gioiellino della Campania tanto decantato dal Governatore Vincenzo De Luca. Ritornando alla strada diretta verso il rione Fratte, l’immondizia fa da guarnizione ad un piccolo chiosco adibito alla vendita di frutta fresca, ciò permette al consumatore di ricevere un doppio servizio “anguria e immondizia” cosa c’è di meglio?

Nella zona di via Wenner, infatti, che tutti noi ricordiamo per i rifiuti complessi abbandonati sulle soglie della campana di vetro dell’intera zona, lungo la strada che porta ai vicinissimi paesi della Valle dell’Irno, un cavallo (presumibilmente adolescente) si nutre attorno ad una micro-discarica che si erge ai bordi di una fatiscente baracca. E, come se non bastasse, i marcescenti rifiuti vengono contornati da pezzi di ante di armadi, pezzi di comodino spezzati e porte di ante inutilizzate, sino a giungere al punto per la raccolta degli abiti totalmente ricolma e incorniciata da rifiuti di ogni genere che ostruiscono il passaggio.

Con il passare del tempo, nessuno poteva mai immaginare che la situazione potesse divenire così incontrollabile, estate, inverno o primavera, non fa alcuna differenza, è troppo comodo dare la colpa esclusivamente all’inciviltà dei residenti o degli avventori, un problema così radicalizzato affonda le proprie radici nell’inefficienza Amministrativa di chi governa questo Capoluogo.

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