Cronaca

Dischetti di plastica in mare dal depuratore di Capaccio Paestum. Otto rinviati a giudizio

Rinviati a giudizio gli otto indagati per il disastro ambientale che nel 2018 si verificò a Capaccio Paestum, quando dal depuratore di Varolato fuoriuscirono milioni di dischetti di plastica finiti gran parte in mare

Dischetti di plastica riversati in mare dal depuratore di Capaccio Paestum. Rinviati a giudizio gli otto indagati per il disastro ambientale che si verificò a Capaccio Paestum nel 2018, quando dal depuratore di Varolato fuoriuscirono milioni di dischetti finiti gran parte in mare.

Dischetti di plastica riversati in mare dal depuratore di Capaccio Paestum

Rinviati a giudizio gli otto indagati per il disastro ambientale del 2018 che vide milioni di dischetti di plastica fuoriuscire dal depuratore di Capaccio Paestum e riversarsi in mare. La decisione è giunta ieri dal gup del Tribunale di Salerno, Vincenzo Pellegrino.

Il gup ha accolto le richieste del pm Marinella Guglielmotti della Procura della Repubblica di Salerno, titolare dell’indagine: i legali difensori degli imputati hanno presentato diverse osservazioni sulla corretta formulazione dei capi d’imputazione, cambiando così l’elemento soggettivo del reato che da colposo è passato a doloso.

A processo Carmine Greco e Gianvito Bello, responsabili dell’Area VI e dell’Area IV del Comune, Gerardo De Rosa e Angelo Corradino, ex amministratore unico ed ex direttore tecnico della Paistom, Antonino Fiore, direttore dei lavori nominato dalla società aggiudicataria dell’appalto di gestione dell’impianto, Giuseppe Iodice, collaudatore statico delle opere strutturali, Guido Turconi ed Elio Bardone, legale rappresentante e direttore dei lavori della società aggiudicataria dei lavori di adeguamento e ripristino del depuratore.

Gli imputati, dovranno rispondere di disastro ambientale e inquinamento doloso in concorso, attraverso violazioni plurime del Testo Unico dell’Edilizia e lavori abusivi. La prima udienza si terrà il 15 febbraio 2021.

Sono cinque le richieste di costituzione di parte civile accettate dal gup: Legambiente, Wwf e Codacons, il Comune di Formia e il Comune di Latina che hanno subito gravi danni dopo il ritrovamento dei dischetti sui loro litorali. Il Comune di Capaccio Paestum, invece, non si è costituto come parte offesa nel procedimento penale.

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