Cronaca

Disagi all’ospedale di Salerno, pronto soccorso nel caos: il dg Longo sotto accusa

Accuse alla direzione dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, per via dei disagi degli ultimi giorni: caos al pronto soccorso.

Il dg Longo accusato dei disagi all’ospedale di Salerno

Arrivi a sirene spiegate e, ancora prima di affidare il paziente ai medici, qualcuno alle spalle ti sollecita a spostare velocemente l’ambulanza. Il caos che caratterizza il pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, investe anche gli operatori del soccorso che sollecitati sull’argomento non hanno lesinato accuse ma anche lodi a chi quotidianamente lavora in trincea nel reparto di emergenza.

«Il personale medico e quello infermieristico è ineccepibile, nulla da obiettare – precisa il presidente dell’Humanitas, Roberto Schiavone – Il vero problema sta nell’organizzazione. Ogni volta che arriviamo con l’ambulanza al pronto soccorso i vigilantes ci massacrano. Non siamo manco arrivati e già ci sentiamo ripetere, anche più volte, “dovete spostare l’ambulanza”. Ma, mica ci danno il tempo di farlo!. Chiunque abbia pensato a tale percorso per i mezzi di soccorso merita un premio – aggiunge ironico Roberto Schiavone». Stando al racconto del presidente dell’associazione di pubblica assistenza Humanitas l’autista dell’ambulanza viene invitato a spostare il mezzo non perché non vi sia spazio per consentire ad altri mezzi di giungere. Semplicemente “le guardie giurate ci cacciano”. «Bene ci spostiamo, ma non esiste un parcheggio a noi dedicato. Ce ne andiamo, usciamo fuori dalla struttura e spesso siamo anche costretti a stare in seconda fila nell’attesa che il resto dell’equipaggio torni. Mi chiedo anche una cosa: a cosa serve quel mezzo obsoleto, parcheggiato nei pressi del pronto soccorso, che reca la scritta “servizio antincendio”?. Non viene usato ma sta fermo la».

Schiavone sottolinea anche il fatto che alcune addette alla vigilanze “pur essendo donne molto belle, indossano una divisa non identificabile”, non avrebbero mostrine né altri segni di identificazione apposti su maglietta e pantalone. «E ancora, in pronto soccorso vige il caos, i familiari dei pazienti vengono abbandonati a se stessi.

Ma la colpa non è del personale, bensì del sistema. Ma chi lo ha pensato è mai stato in pronto soccorso? Ha mai scambiato qualche parola con questi vigilantes, si è mai sincerato che questi conoscano almeno le basi di una lingua straniera almeno per dare qualche informazione sei presenta la necessità?».

In conclusione Roberto Schiavone ha sottolineato anche il fatto che nei pressi del reparto di emergenza continuano a sostare mezzi di soccorso in attesa di “recuperare” qualche trasporto da parte di familiari che hanno necessità di condurre presso l’abitazione i cari in dimissione. «Bisognerebbe redigere una lista delle associazioni e, a rot a z i o n e chiamarle per i trasporti, come accade in altre regioni».

Ad aggiungere altri disservizi e disagi a quelli già elencati da Roberto Schiavone è il vicepresidente dell’Associazione Croce Bianc, Carlo D’Amore. «Al pronto soccorso del Ruggi? C’è una vasta disorganizzazione e tempi biblici anche solo per recuperare i nostri presidi sanitari, quelli in dotazione dell’ambulanza e andare via».

Sottolinea D’Amore. «Così, in taluni casi rischiamo di attendere anche due o tre ore per riavere indietro una barella. Cosa assurda se si pensa che tale cosa accade anche con i mezzi di rianimazione. A tutto questo poi devo aggiungere che spesso a fare da ciliegina sulla torta vi è la maleducazione di chi fruisce del reparto di emergenza. A mio avviso l’azienda ospedaliera dovrebbe adottare il sistema del pagamento per tutti quegli accessi al pronto soccorso che vengono qualificati come codice bianco. Accanto questo l’azienda sanitaria locale dovrebbe far pagare l’ambulanza a quei soggetti che fanno muovere un mezzo di soccorso senza che vi sia una reale situazione di emergenza».


Pina Ferro

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