Divulgare la divulgazione: come si fa. L’esempio dei personaggi più famosi

Quante volte ci ĆØ capitato di raccontare ad un amico o ad un parente un evento a cui abbiamo assistito, piuttosto che unāesperienza vissuta direttamente o indirettamente. Ebbene, in quel preciso istante stiamo facendo divulgazione, stiamo trasmettendo ad una terza persona, con lāausilio di un linguaggio semplificato, un concetto che in genere non rappresenta il nostro quotidiano.
Divulgare la divulgazione: come si fa
Il desiderio di condividere un argomento, si traduce in divulgazione. Divulgando facciamo cultura e spesso spingiamo chi ci sta di fronte a trasmettere quel sapere ad altri, e così via. La divulgazione, se fatta bene, è coinvolgente, emozionante e quasi sempre divertente. In tal modo è possibile accorciare la distanza anche tra le varie classi sociali, avviando una vera e propria strategia di comunicazione universale.
Trasmettere il proprio sapere, la propria conoscenza ĆØ tra le cose più eccitanti che ci possano capitare; facciamo informazione e allo stesso tempo arricchiamo la nostra stessa conoscenza. Ć un poā come la pittura; per quanto possiamo essere bravi, se non aggiungiamo colore, quel tratto artistico rimarrĆ grigio, piatto, senza alcuna emozione. Ebbene, la divulgazione ĆØ la capacitĆ di disegnare, dando colore e tridimensionalitĆ anche ad argomenti particolarmente ostici.
C0s’ĆØ la divulgazione?
Quindi che cosāĆØ esattamente la divulgazione? Dal latino, letteralmente di-vulgare, vuol dire diffondere tra il volgo, rendere noto a tutti o a molti.
Quando parliamo di divulgazione in genere ci riferiamo a quella scientifica. Ed è vero, perché la divulgazione è lo strumento atto a rendere semplici argomenti piuttosto difficili, quali quelli scientifici. Essa rappresenta il ponte tra la ricerca scientifica e il grande pubblico. Ma in senso più ampio, la divulgazione si adatta a qualsiasi tema e argomento. Fulcro principale per fare divulgazione è il codice linguistico che si utilizza.
Personalmente sono del parere che anche nei contesti accademici, prima di entrare nel necessario tecnicismo, bisognerebbe ādivulgareā e fare in modo che il discente acquisisca praticitĆ e coscienza dellāargomento da trattare e da studiare. Come diceva Catone, rem tene, verba sequentur, ovvero fissa bene il concetto, le parole verranno da sĆ©. Ed ĆØ assolutamente vero, e questa ĆØ la discriminante tra lāimparare a memoria e il conoscere, acquisendo cosƬ anche capacitĆ divulgative. I concetti si stagliano nella mente senza dissolversi nel tempo.
Divulgare vuol dire, pertanto, condivisione, cultura, comunicazione, informazione ed educazione; certo, perchĆ© quando parliamo di natura, ad esempio, e di come tutelare ciò che ci circonda, in quel momento la divulgazione si veste da strumento educativo, quindi divulgare vuol dire anche sensibilizzare. Ma essa ĆØ anche unāarte; facile spiegare qualcosa imparando più o meno bene la terminologia tecnica, ma difficilissimo ĆØ spiegare un argomento complesso utilizzando un linguaggio comprensibile.
Purtroppo in Italia, non esiste la figura specifica del divulgatore. In genere, essa ĆØ praticata dagli stessi studiosi, ricercatori e professori che il più delle volte ricadono nella didattica e nella terminologia tecnica. Ma fortunatamente abbiamo avuto e abbiamo a tuttāoggi personalitĆ che hanno saputo per molti rappresentare un punto di riferimento in tale campo: Piero Angela, Alberto Angela, Margherita Hack, Alessandro Barbero, Mario Tozzi, Roberto Vacca, Lorenzo Pinna, Carlo Rovelli, Piergiorgio Odifreddi, Umberto Guidoni e cosƬ via discorrendo.
Docenti ed esperti
Grazie a queste autorevoli personalitĆ della nostra cultura, con le proprie opere letterarie e/o televisive, hanno inorgoglito il nostro Paese, diffondendo e promuovendo il sapere. Purtroppo in Italia non ĆØ facile fare divulgazione, nonostante costi poco rispetto ad esempio alla ricerca; non vi ĆØ ancora quella scintilla formativa utile alla diffusione di una disciplina cosƬ completa e ricca qual ĆØ la divulgazione. Ć difficile entrare nelle scuole dove si rischia di violare lāautoritĆ dei docenti che spesso si vedono depauperati delle loro capacitĆ educative, o perchĆ© il giro di interessi, che ormai permea anche le istituzioni scolastiche, non prevede lāingresso di fonti esterne.
Tali difficoltĆ si riscontrano anche allāinterno delle amministrazioni locali particolarmente distratte nei confronti di iniziative del genere; purtroppo la cultura non porta (quasi mai) nĆ© danaro, nĆ© fama. Dovremo ancora lavorare tanto in tal senso, affinchĆ© la divulgazione diventi un ābene primarioā per la popolazione. Solo in tale ottica sarĆ possibile penetrare quel muro istituzionale che al momento tiene fuori coloro che vogliono promuovere in maniera semplice e comprensibile la cultura a trecentosessanta gradi.
Ma ritornando alla nostra divulgazione, questa volta invece di siti internet, desidero dare indicazioni sullāacquisizione dello strumento primario di divulgazione: il libro. Leggere non ĆØ importante, ma fondamentale e, per tale motivo, saper scegliere un testo divulgativo ĆØ essenziale e non sempre semplice. Innanzitutto, ĆØ indispensabile saper preferire un autore piuttosto che un altro, il quale prima di ogni altra cosa rappresenta il referente principale per avere tra le mani un tomo utile al nostro scopo; poi seguono lāargomento e il tema di interesse. Ad esempio, leggere i libri degli autori e divulgatori sopra menzionati ĆØ garanzia di comprensione, divertimento e cultura.
I testi consigliati sono i seguenti:
- Dietro le quinte della storia. La vita quotidiana attraverso il tempo di Alessandro Barbero e Piero Angela;
- Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano di Alessandro Barbero;
- Notte di stelle. Le costellazioni fra scienza e mito: le più belle storie scritte nel cielo di Margherita Hack:
- Paure fuori luogo. PerchƩ temiamo le catastrofi sbagliate di Mario Tozzi;
- Dalla terra alle lune. Un viaggio cosmico in compagnia di Plutarco, Keplero e Huygens di Piergiorgio Odifreddi;
- Intelligenza artificiale. Nel futuro c’ĆØ ancora posto per noi di Lorenzo Pinna;
- La realtĆ non ĆØ come ci appare. La struttura elementare delle cose di Carlo Rovelli;
- Anche tu fisico: La fisica spiegata – in modo comprensibile – a chi non la sa di Roberto Vacca;
- Viaggiando oltre il cielo. I segreti del cosmo svelati dal primo italiano sulla stazione spaziale di Umberto Guidoni;
- Una giornata nell’antica Roma. Vita quotidiana, segreti e curiositĆ di Alberto Angela.
- Storia dellāumanitĆ di Hendrik Willem Van Loon.
Naturalmente tali autori hanno scritto tantissimo altro e tutto estremamente interessante, ma per il momento buona divulgazione a tutti!
E concludiamo con una massima di colui che ĆØ considerato il padre della divulgazione scientifica in Italia, Piero Angela:
āFaccio divulgazione scientifica da quasi cinquantāanni, e ogni volta ĆØ sorprendente rendersi conto che più escono cose dalla scatola della conoscenza, più se ne creano dentro, in continuazione, di nuoveā.
Antonio Vincensi