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Don Alberto D’Urso lancia l’allarme: giocatori incalliti nelle mani dell’usura

Ieri sera, nell’ambito delle celebrazioni per San Matteo, al Duomo, la fondazione San Giuseppe Moscati ha lanciato un appello all’impegno contro l’usura. Salvare chi è tra le grinfie dell’usura è infatti un vero e proprio atto di carità.

La speranza di trovare nella vincita facile, la possibilità di affrancarsi da una vita di sacrifici spinge molti, troppi, salernitani a spendere nel gioco d’azzardo. Il fenomeno è conosciuto ed è quello della ludopatia che miete vittime ovunque. Un fenomeno, che soprattutto in questi anni di crisi economica, è in aumento e al quale bisogna porre rimedio con un intervento di sostegno anche da parte dello Stato.

I dati allarmanti in provincia

I dati sono allarmanti. Nei suoi 24 anni di attività in città, la Fondazione ha ricevuto circa duemila persone che chiedevano aiuto. Un migliaio quelle poi seguite alla fine di un percorso anche di accertamento delle richieste. Di queste, il 25% sono persone finite tra le mani di usurai il restante 75% quelli a rischio. Secondo i dati, ed è questo il dato più agghiacciante, negli ultimi tempi il 90% di chi chiede un sostegno è vittima del gioco d’azzardo.



Salerno, e provincia ai primo posti in Italia per il gioco d’azzardo, come ha ricordato don Alberto D’Urso , originario di Acerno, presidente della Consulta nazionale antiusura. Ieri, al Duomo, con monsignor D’Urso erano presenti anche il notaio Luigi Coppola, membro del direttivo della Consulta; l’avvocato Attilio Simeone , responsabile del cartello “Insieme contro l’azzardo”; l’avvocato Amedeo Scaramella , presidente della Fondazione antiusura “San Giuseppe Moscati”. Tra i presenti anche i coniugi Giovanni Pisapia e Annamaria Bruzzese che assieme a don Alfonso Santamaria sono responsabili del Centro di ascolto antiusura di Salerno.

Durante il convegno si è parlato anche di una delle dirette conseguenze del fenomeno: l’aumento del numero delle esecuzioni immobiliari (case vendute all’asta). Un modo, per alcuni, di far fronte ai debiti. «Non è pensabile che lo Stato consenta il gioco d’azzardo almeno in questo forma e spesso lasciato ai privati senza alcun controllo – ha affermato monsignor D’Urso – C’è bisogno di un intervento affinché il gioco venga portato alle dirette dipendenze dello Stato e non dato più in concessione a terzi». L’avvocato Simeone, in particolare, ha ricordato che nemmeno le slot collegate ai Monopoli di Stato sono esenti da trucchi. Uno dei sistemi è alterare il software e raggirare i giocatori. L’avvocato Scaramella ha tenuto a sottolineare la necessità, per i cristiani, di sostenere le persone sottoposte ad usura ma anche di chi sta per finire nelle sue grinfie. Un aiuto, da parte degli operatori del volontariato, che dev’essere qualificato e non improvvisato.

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