Cronaca

Campagna, droga in un forno in disuso: gli insoliti retroscena dei “narcos” della pizzeria

Droga nel forno delle pizze, era questo l’insolito nascondiglio utilizzato da Angelo Fezza (detto Angioletto ‘o Gruoss) membro dagli stravaganti e ormai sgominati “narcos” della pizzeria. Angioletto era, infatti, tra i partecipi dell’associazione per delinquere capeggiata da Luigi del Giorno (detto “Gigino Muschill”)  finito in cella per quell’agguato fallito a Nicola Fiore (detto Pallino) vero bersaglio dei killer mandati da Gioacchino D’Auria Petrosino (detto “Spara Spara”) e nel quale perse la vita l’odontotecnico paganese Alfonso Quaranta.

Droga nel forno delle pizze

Si tratta di un insolito dettaglio quello della droga nel forno delle pizze, un fatto che è stato analizzato con accuratezza nell’inchiesta dei “narcos” di Campagna (conosciuti ormai ai più come i “narcos” della pizzeria). Dall’ordinanza di arresto firmata dal gip Ubaldo Perrotta del Tribunale di Salerno, quella che ha portato in carcere ben 13 persone e ha gettato luce sulle gremite schiere di criminali e spacciatori campagnesi, si evince che gli affari andavano a gonfie vele e c’era un filo conduttore che li legava alla reggina “Ndrina degli Stacchi” attiva nel territorio di San Luca.

Nel covo della banda, il retrobottega di Angelo Fezza era divenuto un vero e proprio crocevia del malaffare, lì avvenivano autentici summit della droga e in ben due occasioni – hanno appurato i Carabinieri del Nucleo Operativo di Eboli (diretti dal Capitano Luca Geminale) – che “Angioletto ‘o Gruoss” fece la proposta – respinta – ad alcuni assuntori di droga, di andare a Bovalino in compagnia delle loro rispettive consorti, ad incontrare Francesco Giorgi, fratello di quel Bruno Giorgi amico del capocosca di “Gigino Muschill”, anche lui coinvolto in questo procedimento.

La molla che fece crollare come un castello di sabbia la struttura criminale dei “narcos” della pizzeria, era stata la confessione di uno degli assuntori che desiderava uscire dal giro, costui svelò il retroscena correlato al video dell’Isis utilizzato per scopi intimidatori ai danni di “Angioletto ‘o Gruoss” da Massimo Cerrone detto “‘o Bersagliere”. Gli interrogatori a tutti gli arrestati sono attualmente in corso presso il carcere salernitano, gli indagati sono difesi dai legali Costantino Cardiello, Armando D’Ambrosio e Nicola Naponiello.

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