Curiosità

Eboli: la Basilica di San Pietro Alli Marmi

EBOLI. Quando si attraversa il cancello della Basilica di San Pietro Alle Marmi si ha la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo, nell’era dei cavalieri templari. Uno stile povero che distingue la Basilica di San Pietro Alli Marmi da tutte le altre.



Risale al tempo di Re Guglielmo, nel 1156 completata com’è riportato sull’epigrafe murata all’interno. Si accede da una porta laterale, un portale in pietra con sopra raffigurato lo stemma della famiglia Carafa, davanti ci si ritrova uno scenario mozzafiato, quello che colpisce è la pavimentazione sembra quasi nuda sprovvista di mattonelle; con l’abside rivolta verso est com’era comune costruire i luoghi e templi di culto Versus Solem Orientem si presenta maestosa difficile da racchiudere in un solo sguardo.

Tre navate suddivise da colonne e capitelli che reggono degli archi. Sulle pareti laterali vi sono dodici monofore realizzate in pietra traforata a creare motivi geometrici e floreali stilizzati. Ai lati dell’altare vi sono due affreschi che secondo lo storico Carmine Giarla, risalgono al periodo tra 1564-1578 attribuiti a Giovanni Luca de Luca, figlio di Giovanni Luca de Magistro.

Nell’abside di sinistra vi è la rappresentazione del Redentore Risorto, affiancato dalla figura di Sant’Andrea e di San Pietro destra, è affrescata con le immagini di San Francesco, identificabile dalle stimmate, dal libro e dalla croce che tiene tra le mani, mentre sulla sinistra vi è la raffigurazione di Sant’Antonio in veste di frate minore con il giglio e il libro tra le mani.
Sul lato opposto dove un tempo sorgeva l’entrata oggi da quella porta, si esce su un piccolo giardino, contornato di alberi di limoni e al centro è situata una piccola fontana, intorno silenziosamente si affacciano le finestre del convento. Collocate vicino agli archi vi sono gli stemmi dei nobili che hanno contribuito alla costruzione del convento oggi custodito e abitato dai frati minori cappuccini.
In questo convento è custodita la biblioteca e il museo Africano, un prezioso valore storico e di rarità, inoltre vi sono molti giornali antichi fra cui l’Osservatore Romano.

Rientrando in chiesa, vicino all’ingresso, e collocata una scala ripida, forse è li che è custodito il tesoro più prezioso la cripta che conserva il corpo di S. Berniero compatrono di Eboli, un nobile spagnolo che nell’XI secolo lasciò la vita agiata e viaggiò per tutta l’Europa diffondendo la parola di Dio, si stabilì a Eboli dove morì. San Berniero era invocato per malattie spirituali e possessioni demoniache. La cripta si presenta molto semplice al centro c’è l’altare di pietra che conserva l’urna con il corpo del Santo, un crocifisso che risale al seicento che sovrasta l’altare , alla sinistra la statua di Fedele di Sismariga una struttura lignea che risale al 1690. Dal lato opposto vi è la statua di San Berniero realizzata da Donato Villani di Napoli nell’anno 1610.




Raffigurato, inoltre, San Berniero in un bassorilievo in pietra in abito da pellegrino col bastone in mano in atto di scacciare il demonio da un’ossessa, attribuibile ad un maestro di Napoli, attivo nella zona, intorno alla prima metà del Quattrocento.
Uscendo dalla chiesa si riesce a scrutare il mare fino ai monti Alburni mentre il campanile con decorazioni arabe di provenienza siciliana scandisce il tempo e il racconto della storia dei luoghi che hanno fatto la storia di Eboli.









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