Cronaca

Eboli: la Tac arriva dopo 5 giorni, lettera d'accusa ai medici

EBOLI. La missiva è stata già inviata direttamente al direttore generale dell’Asl salernitana Antonio Giordano. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Città la lettera è scaturita dall’Odissea che un’anziana 93enne e suo figlio hanno dovuto affrontare per ottenere i risultati di una Tac presso il “Maria SS. Addolorata” di Eboli. 

A scriverla il dottore Nicola Nigro che riporta quanto avvenuto in una situazione di potenziale emergenza dovuta ad una grave patologia: «il medico di uno studio privato, dopo aver visto i risultati delle analisi, aveva consigliato il suo immediato ricovero – scrive – sabato 25 marzo, intorno alle 9:30 mi presentai allo sportello del pronto soccorso dell’ospedale di Eboli dove trovai tantissime persone in attesa. Evidenziai il grave problema di mia madre all’addetto, esibendo anche le analisi».

Dopo quasi tre ore la rispota: «mi dissero di andare a parlare direttamente col medico per il ritardo. A quest’ultimo rappresentai il problema e la risposta fu: “Quanto prima, chiameremo anche vostra madre”, disponendo un prelievo e la richiesta di una ecografia. Giunti alle 13:30 il medico mi riferì che la bilirubina era aumentata a 5, per cui occorreva il ricovero.

Fino al mercoledì non si è saputo nulla delle condizioni di mia madre – afferma Nigro – perché senza una Tac non si poteva azzardare nessuna diagnosi.

Nel reparto di Medicina ho visto personale demotivato, ammalati un po’ abbandonati a se stessi, con i termosifoni non funzionanti. È successo anche che la flebo di un paziente fosse finita e quando è stata segnalata la cosa all’infermiera, quest’ultima ha risposto un po’ seccata. Spesso si devono farediscussioni per la presenza

di un familiare vicino al paziente, ma se poi il servizio è insufficiente per mancanza di personale, perché queste regole sono così rigide?».

Organico disorganizzato e senza direzione secondo quanto riporta Nigro: «tutto il personale gironzolava, tra medici, paramedici e qualche volontario – afferma Nigro – ma l’impressione era che tutti si muovessero, senza una meta ben precisa.

Gli unici movimenti che apparivano «concreti, determinati, con energia e cognizione di causa, erano quelli della caposala. Allora, io e mia sorella, ci rivolgemmo a lei, per saperne di più sulle dimissioni di mia madre annunciate sin dal mattino».

La Tac finalmente è pronta, ma il documento non soddisfa le necessità, ne spiega in modo preciso quale fosse il problema: «ci aspettavamo un referto dettagliato e, invece, no – evidenzia Nigro – era una striminzita relazione scopiazzata dal referto della Tac.

Un ospedale che funziona così non serve a nessuno, soprattutto al paziente. In questo modo, si mortificano le professionalità: tanti bravi medici e paramedici vengono travolti dalla disorganizzazione e, non potendo farci niente, si adeguano, seppure controvoglia».

I vertici dell’Asl Salerno non si tirano indietro: «attendiamo di poter leggere la lettera del dottor Nigro – dichiara Giordano – e verificheremo i disservizi evidenziati».

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