Cronaca

Eboli, morì d’infarto alla vista delle ruspe: la sua villa sarà demolita

EBOLI. La speranza è svanita, la casa verrà demolita. La morte di Salvatore Garofalo non salverà la sua villa abusiva. Tornano le ruspe a Campolongo, l’otto novembre saranno in via Caracciolo. La battaglia della vedova, Maria Izzo, è finita ieri. La controversia è conclusa, la casa non verrà sanata.

Come racconta il quotidiano Il Mattino, il sostituto procuratore generale, Antonella Giannelli, ha firmato l’atto di demolizione. L’abitazione a venti metri dal mare sarà rasa al suolo: «La struttura non è sanabile- scrive Giannelli nel suo provvedimento- la casa è in una zona vincolata: va abbattuta». Il tempismo di Giannelli ha spiazzato gli avvocati della famiglia Izzo.

«È una storia incredibile, a dicembre abbiamo un’udienza in Corte d’Appello. Come si fa a esclude che quella casa possa essere sanata?», affermano i legali Franco e Damiano Cardiello.

Si chiama incidente di esecuzione, era l’ultima speranza per le famiglie Izzo e Garofalo. L’udienza sarà postuma, il processo in Corte d’Appello si terrà dopo la demolizione dell’abitazione. «Se a dicembre i magistrati dovesse accogliere le nostre ragioni- si chiedono gli avvocati Cardiello- la casa poi la ricostruisce lo Stato? E con quali soldi?».

Era il 17 giugno scorso quando le ruspe arrivarono in via Caracciolo. Salvatore Garofalo era davanti casa. Vide i mezzi meccanici ed ebbe un malore. L’uomo venne soccorso dai sanitari del 118, ma non si riprese. L’infarto fu fulminante. Dopo il funerale, la demolizione venne sospesa. «Era un abuso di necessità, la prima casa per le famiglie Garofalo e Izzo». Nell’abitazione ci sono anche dei minori.

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