Cronaca

Eboli, professore aggredito da genitore di uno studente: la reazione della comunità

EBOLI. Sarà il consiglio di istituto della scuola Pietro da Eboli a costituirsi parte civile accanto al professore aggredito nei giorni scorsi, Nicola Giordano.

«In tribunale e in ogni altra occasione utile saremo accanto al professore. È il momento di prendere posizione, di fare scelte nette. Faremo sentire la nostra presenza all’insegnante aggredito», spiegava ieri mattina una mamma del consiglio di istituto.

Nel frattempo, alla scuola Giacinto Romano, altro istituto dove insegna Nicola Giordano, si sta organizzando una marcia per le strade di Eboli contro le violenze a scuola e contro ogni forma di bullismo.

Al momento, come riporta Il Mattino, però si è ancora indecisi su quale ipotesi scegliere tra: una fiaccolata di sera o una marcia di mattina.

La lettera di scuse

Sono anche giunte le lettere di scuse da parte del papà violento che qualche giorno fa ha aggredito il professore, si è recato dalla dirigente scolastica, Roberta Talamo, per un incontro chiarificatore e per consegnarle tale missiva.

«Accetto le bb, espresse in termini civili- afferma Nicola Giordano- sono ancora addolorato per l’accaduto ma sono convinto che tutto si possa chiarire.

Il gesto di violenza l’ho subito io ma è tutta la scuola che è stata aggredita. Non voglio creare una gogna mediatica per il papà aggressivo, tanto meno per il figlio che è un mio alunno. Il risalto mediatico della vicenda è importante. Chi sbaglia con noi insegnanti in molte occasioni è rimasto impunito. Questo non voglio che si ripeta più. La violenza va sempre denunciata».

Interviene il sindaco

Sulla questione ha fatto sentire la sua anche il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, che a un convegno contro il bullismo svoltosi ieri mattina al liceo Scientifico di Eboli ha detto: «Dobbiamo denunciare gli atti di violenza e di bullismo. Bene ha fatto l’architetto Giordano a rivolgersi ai carabinieri. Così dovete fare anche voi ragazzi. Di fronte alla violenza non dovete stare zitti.

Ho denunciato una mamma che su facebook offendeva la mia famiglia. Le parole sono come pietre, sui social diventano delle mitragliate».

Dovete denunciare anche i politici che non fanno il loro dovere. Ma dovete farlo con il giusto linguaggio».

 

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