Cronaca

Rifiuti ferrosi sull’argine del fiume Sele: scatta il sequestro ad Eboli

Rifiuti ferrosi e non solo: questo è quanto trovato sull’argine del fiume Sele, all’altezza di Eboli, dove i militari della Capitaneria di Porto di Salerno, a seguito di una complessa attività di indagine iniziata con una compagna di telerilevamento ambientale con l’impiego di un velivolo della Guardia Costiera, hanno posto sotto sequestro un’area di circa 20mila metri quadrati adibita alla frantumazione di materiali lapidei.

https://www.youtube.com/watch?v=zO6D_BAuYCI
L’intervento

Eboli, rifiuti ferrosi sull’argine del fiume Sele: scatta il sequestro

Dagli accertamenti sull’impianto di lavorazione della pietra, eseguiti congiuntamente al personale ARPAC, risultava la presenza di materiale di scarto formante cumuli di altezza variabile tra i 2 e i 15 metri, la presenza di rifiuti ferrosi nonché, 2 silos dismessi adagiati sul terreno, delle dimensioni di circa 11 x 3 metri ciascuno.

Questi materiali di scarto, rinvenuti dai militari della Guardia Costiera, venivano abbandonati in modo incontrollato sul terreno, in assenza delle autorizzazioni previste dalle normative vigenti, con conseguente immissione di tale rifiuto all’interno dell’alveo del fiume Sele, in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale.

https://www.youtube.com/watch?v=zO6D_BAuYCI
L’intervento

La denuncia

A seguito dell’attività ispettiva, i militari della Capitaneria di porto, su coordinamento della Procura della Repubblica di Salerno, procedevano a sottoporre a sequestro un quantitativo di circa 260mila metri cubi di materiale di scarto ed a denunciare il titolare dell’impresa di lavorazione della pietra per “illecita gestione dei rifiuti”.

Paolo Siotto

Giornalista pubblicista dal 2015, collabora per l'Occhio da giugno 2019 dopo diverse esperienze con testate locali. È responsabile della redazione centrale del network giornalistico L'Occhio.

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