Cronaca

Eboli: tagliarono 200 alberi per la bonifica della Pineta, in 4 a processo

Al via il dibattimento contro dirigenti comunali e due imprenditori per la messa in sicurezza delle piante

È iniziato il processo per il taglio irregolare, avvenuto nel 2017, di circa 200 alberi nella pineta di Campolongo, nel comune di Eboli. L’udienza alla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno è stata rinviata al 1 luglio.

Caso Bonifica della Pineta: gli imputati

Sul banco degli imputati ci sono due dirigenti comunali, l’ingegner Lucia Rossi e l’ingegner Giuseppe Barrella, oltre ai due titolari della ditta che fu incaricata della “potatura”, l’ebolitano Cosimo Martiniano e il collianese Vito Goffredo.

L’accusa è sostenuta dal pm Marinella Guglielmotti. A denunciare lo scempio furono gli ambientalisti dell’accademia Kronos che chiesero l’intervento dei Carabinieri.

Le indagini

Le indagini, come riporta La Città, furono avviate dal maresciallo Francesco Salerno che giunse con i Carabinieri in pineta e bloccò le operazioni. I carabinieri chiesero conto dei documenti che avevano autorizzato il taglio dei pini. I titolari dell’azienda dissero che era tutto regolare e che avrebbero esibito le autorizzazioni necessarie.

A chiedere una operazione di “potatura” per evitare il pericolo di crolli per alcuni alberi era stata la Provincia di Salerno che aveva demandato l’attuazione al Comune di Eboli.

Uno scempio del patrimonio collettivo

L’ingegnere Barrella aveva ordinato, quindi, alla ditta di potare i pini ad una altezza di sei metri da terra. A quanto pare autorizzandola ad trattenere la legna tagliata come “pagamento” per l’intervento. Ma quella che avrebbe dovuto essere una potatura si trasformò in uno scempio del patrimonio collettivo.

Gli operai tagliarono non a sei metri da terra, bensì a solo 4 metri e le recisioni furono delle vere e proprie capitozzature, rendendo ancora più insicuri i pini e condannandoli a morte quasi certa.

Un danno ambientale

Quando gli ambientalisti si resero conto di ciò che stava succedendo si rivolsero subito ai carabinieri che bloccarono l’operazione. Il maresciallo Salerno venne affiancato dal tenente Massimo Di Franco.

La Regione Campania: “la ditta non aveva titolo ad operare

Come chiarì il dottor Mario Minoliti, funzionario della Regione Campania ed esperto ambientale “quella ditta non aveva titolo ad operare. Ma quel che è peggio é che per procedere ad una potatura in quell’area occorrevano una serie di autorizzazioni che non c’erano. Oltre ad essere una riserva naturale è area Sic ed è anche vincolata ai sensi della legge 42 del 2004.”

“Quei pini erano poi a poca distanza dal mare e quindi c’era un ulteriore vincolo. Oltre al parere della Soprintendenza Occorreva quello dell’ente Riserva. La ditta ebbe l’ok solo parziale per i rami pericolosi che sporgeva no sulla strada. Invece fecero una vera e propria capitozzatura“.

(Fonte: La Città)

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