Cronaca

Eboli, vicenda Ises: in due anni nessun debito accertato

Presentata una relazione semestrale ricca di dati sballati. Tar si pronuncia sul ricorso della “Nuova Ises” contro la Regione.

I conti non tornato all’Ises di Eboli

Come le pellicole di una cipolla, ne tiri via una e subito ne trovi un’altra. Se sostituisci la parola “pellicola” con “truffa” ecco servita l’intera vicenda Ises: è stata una truffa – concordata con chi doveva controllare- al servizio sanitario pubblico per decenni, è una truffa oggi con carte e documenti fasulli messi a bella posta nella speranza di trovare un’impossibile quadratura del cerchio.

Proprio oggi in senso stretto, giorno dell’udienza di merito dinanzi al Tar di Salerno che dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla “Nuova Ises” contro il decreto della Regione Campania di diniego dell’accreditamento istituzionale.

Infatti, a corroborare la nostra ormai quasi decennale tesi secondo cui ci troviamo al cospetto di un gigantesco giro di corruzione che non risparmia nessuno degli attori e delle istituzioni via via coinvolti, interviene la relazione semestrale sullo stato della cooperativa posta in liquidazione coatta amministrativa, ad opera del commissario Angela Innocente, nominato dal Mise nell’aprile del 2016 ed autorizzata all’esercizio provvisorio a partire dal luglio successivo a seguito di sua specifica istanza.

Va evidenziato che l’avvocato Innocente ha presentato l’istanza di esercizio provvisorio, chiedendone poi più volte la proroga, nonostante il tutto fosse inserito in un contesto di illegittimità/illegalità (carenza di accreditamento e di requisiti sanitari per l’esercizio sanitario, assenza di autorizzazioni al ricovero da parte dell’Asl Salerno ai fini del pagamento delle prestazioni, etc.) e nonostante l’Asl avesse già disposto la decadenza dell’accreditamento provvisorio e il trasferimento dei pazienti in altri centri (invece sono ancora lì nel palazzo F&M di Eboli). Non proprio un dettaglio, diciamo.

Ricordiamo anche che la quasi totalità dei vecchi soci della coop Ises è stata costretta ad andar via e molti ancora attendono quanto dovuto. Ora, la relazione semestrale del commissario al 31/12/2018 presenta una prima criticità riassumibile nel protrarsi dal 2016 di questo mancato accertamento della situazione creditoria.

Primario compito di un liquidatore è, per definizione, accertare il realizzo effettivo della massa creditoria. Istituendo la procedura per la dichiarazione dello stato di insolvenza, dichiarato dal tribunale di Salerno il 18 maggio 2017, il commissario liquidatore si è trovato a dover accertare una enorme mole di crediti da verificare per un importo complessivo di 8,5 milioni.

La circostanza è fondamentale in quanto i debiti acclarati, per converso, sono pari a quasi a 11 milioni di euro. Dopo più di due anni di gestione liquidatoria non riuscire ad accertare i crediti di una società riferiti ad un unico cliente, l’Asl di Salerno, è quantomeno imbarazzante, soprattutto per un pubblico ufficiale. La veridicità ed autenticità di questi presunti crediti crea ovviamente dei risvolti di carattere amministrativo-penale in capo ai precedenti amministratori, in quanto coinvolge la loro responsabilità nella gestione.

Considerato l’inutile decorso del tempo coinvolge anche lo stesso commissario liquidatore che in più di due anni non è riuscito ad accertare la reale consistenza dei crediti. Va, infine, posta l’attenzione sulla famosa della cessione del ramo d’azienda senza la quale oggi neppure ci sarebbe materia di discussione dinanzi al Tar. Nella relazione dell’avvocato Innocente è indicato un valore di 3,8 milioni di euro a fronte di un valore di realizzo pari a 850mila euro.

Considerato che gli acquirenti sono gli stessi che hanno richiesto la liquidazione coatta amministrativa della Coop Ises il fatto che l’operazione abbia loro concesso la possibilità di liberarsi di oltre 10 milioni di euro, con il solo impegno di pagamento di 850mila euro, farebbe sobbalzare dalla sedia anche il più inesperto e svogliato investigatore.


Peppe Rinaldi

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