Economia e lavoro: i trend già definiti per il 2023

Il 2023 è iniziato da poco ma sono già ben evidenti quelle che sono le tendenze per quest’anno soprattutto in ambito economico, il settore che negli ultimi 3 anni è stato messo a dura prova. Famiglie e imprese hanno dovuto fare i conti con diverse crisi che, per motivi diversi e a volte sovrapposti, non hanno facilitato il bilancio mensile. Per fortuna ci sono segnali molto positivi sul fronte economico, anche guardando il valore bitcoin oggi in euro.

Se alcuni settori della finanza decentralizzata hanno lasciato con il fiato sospeso gli investitori per qualche settimana, sappiamo bene che gli investimenti sono soggetti a dei cicli: periodi di aumento del valore di azioni e token possono alternarsi a periodi di calo dei prezzi. L’importante è avere un wallet ben strutturato e diversificato, in grado di ammortizzare eventuali momenti di crisi e di difficoltà.

Una buona strategia economica richiede però il prendere in considerazione quelli che possono essere i comportamenti e le tendenze che si verificheranno, con una certa probabilità, sia nel breve che nel medio termine. Eventuali previsioni per termini più lunghi riguardano soprattutto investimenti più importanti, come l’acquisto di un immobile. Cosa ci aspetta quindi per il 2023?

Inflazione costante

Purtroppo già da qualche tempo ce ne eravamo accorti: l’inflazione ormai è un fantasma con cui sembra che dovremmo convivere ancora per un po’. Complice l’aumento del costo di gas ed energia. con l’effetto domino su tutti gli altri settori, oggi il costo della vita è elevato, troppo elevato rispetto ai salari che rimangono gli stessi. si perde il potere di acquisto, ma perdono valore anche investimenti come depositi su conti correnti.

Oltre agli immobili, le criptovalute rimangono una delle destinazioni preferite dei risparmiatori.

Il lavoro ibrido: un trend che rimane

Adottato all’inizio come soluzione di ripiego vista l’impossibilità di recarsi nelle sedi di lavoro, il lavoro da remoto si è poi rivelato una modalità di lavoro particolarmente apprezzata da entrambe le parti. I lavoratori hanno preso atto del tempo risparmiato per gli spostamenti e della maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro. I datori di lavoro hanno notato una maggiore produttività e un minor dispendio di energie da parte degli stessi lavoratori. Se un lavoro remoto al 100% è limitante per molti aspetti, una modalità ibrida sembra invece l’organizzazione del futuro.

Un’altra tendenza ormai evidente nel mondo del lavoro è la graduale diminuzione dei contratti di assunzione a tempo indeterminato: la provvisorietà sembra essere la parola d’ordine, entro i limiti imposti dalle leggi. Che si tratti di 6 mesi, 1 o 2 anni, il “lavoro fisso” è ormai una caratteristica del passato, anche per le mutate esigenze non solo di chi assume ma anche dei lavoratori.

Maggiore attenzione per l’ambiente

Se l’attenzione per la salute dell’ambiente era un trend positivamente emerso durante la pandemia, vista la crisi energetica è stato dato ancora più seguito all’argomento. La predisposizione di fonti energetiche rinnovabili, l’adozione di comportamenti meno inquinanti e gli investimenti in tutto ciò che è green sembrano essere non solo un movimento isolato o una tendenza passeggera, ma un obiettivo ben definito anche per il futuro.

Il ruolo della Cina

Negli ultimi 3 anni il Paese del dragone ha tenuto un profilo abbastanza basso, a causa soprattutto della pandemia per la quale il governo di Pechino ha adottato una politica estremamente severa, sia all’interno del Paese che nei contatti con gli altri Stati. Ora anche la Cina però sta tornando in pista, rivendicando il suo ruolo economico e politico in tutto il mondo. Non è facile prevedere verso che direzione andranno le sue decisioni, ma sappiamo già che si tratta di una delle potenze economiche mondiali, che può influire su gran parte dell’economia mondiale.

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