Cronaca

Emergenza sangue in Campania: «Costretti a rinviare gli interventi»

Interventi chirurgici rinviati, ammalati rimandati a casa. È emergenza sangue in Campania, ma anche in altre regioni d’Italia. «Vi è grave carenza di sangue di gruppo zero, positivo e negativo», che rende impossibile ricorrere al sistema di compensazioni per evitare pesanti disagi nell’assistenza sanitaria. L’allarme viene lanciato dalla struttura di coordinamento per le attività trasfusionali che, con una lettera indirizzata alla Regione, si rivolge ai servizi e alle associazioni di donatori per «garantire la massima mobilitazione, specie per i gruppi interessati».

La carenza di sangue rende, infatti, difficile riuscire a garantire gli interventi chirurgici e le terapie a pazienti che necessitano di continue cure.

Il direttore del dipartimento del Policlinico dell’Università Federico II, Nicola Scarpato, aggiunge: «Nei principali ospedali sono stati già rimandati interventi chirurgici programmati e non è stato possibile garantire la trasfusione a tutti i talassemici. Tutti i donatori, dunque, sono invitati a contattare l’associazione di appartenenza o l’ospedale di riferimento per effettuare una donazione. Le maggiori criticità sono state segnalate in queste ore al Cardarelli, al Moscati di Avellino e al Ruggi d’Aragona di Salerno».
Nel 2016 una donazione di sangue ogni 10 secondi ha permesso di garantire a quasi 660mila italiani le trasfusioni salvavita, oltre a garantire a pazienti affetti da diverse malattie i farmaci plasmaderivati di cui avevano bisogno. Questi dati sono stati diffusi in occasione del «World Blood Donor Day» dal Centro nazionale sangue, che ha censito oltre tre milioni di donazioni di sangue e plasma (esattamente 3.036.634); mentre i donatori sono stati un milione e 688mila, 40mila in meno rispetto all’anno precedente, il numero più basso dal 2011. Nel dettaglio i donatori abituali sono stati 1.370.556 (l’81,2 per cento), i nuovi 317.071 (il 18,8 per cento). Maschi in prevalenza, il 70 per cento. E, sempre più, con i capelli sale e pepe. Circa il 27 per cento del totale tra i 36-45 anni, il 28 tra i 46-55, il 13 tra i 18-25 e i 56-65 anni; mentre il 18 per cento tra i 26 e 35 anni.

Sono stati invece censiti quasi 660mila (per l’esattezza, 659486) pazienti trasfusi nel 2016, in aumento del 3,7 per cento: 10,9 persone ogni mille abitanti. Gli obiettivi di autosufficienza nazionale sono stati mantenuti, sottolinea il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno, grazie al «meccanismo di compensazione». A contribuire di più sono state il Piemonte (32 per cento), il Veneto (16), il Friuli-Venezia Giulia (13), la Lombardia (12), la provincia autonoma di Trento (8 per cento), l’Emilia-Romagna (4), la Campania, la Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano (circa 2 per cento ognuna). Un sistema oggi in crisi, per la carenza di sangue diffusa.

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