Interventi chirurgici rinviati, ammalati rimandati a casa. È emergenza sangue in Campania, ma anche in altre regioni d’Italia. «Vi è grave carenza di sangue di gruppo zero, positivo e negativo», che rende impossibile ricorrere al sistema di compensazioni per evitare pesanti disagi nell’assistenza sanitaria. L’allarme viene lanciato dalla struttura di coordinamento per le attività trasfusionali che, con una lettera indirizzata alla Regione, si rivolge ai servizi e alle associazioni di donatori per «garantire la massima mobilitazione, specie per i gruppi interessati».
Sono stati invece censiti quasi 660mila (per l’esattezza, 659486) pazienti trasfusi nel 2016, in aumento del 3,7 per cento: 10,9 persone ogni mille abitanti. Gli obiettivi di autosufficienza nazionale sono stati mantenuti, sottolinea il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno, grazie al «meccanismo di compensazione». A contribuire di più sono state il Piemonte (32 per cento), il Veneto (16), il Friuli-Venezia Giulia (13), la Lombardia (12), la provincia autonoma di Trento (8 per cento), l’Emilia-Romagna (4), la Campania, la Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano (circa 2 per cento ognuna). Un sistema oggi in crisi, per la carenza di sangue diffusa.