Eventi e cultura

ESCLUSIVA – Battipaglia, intervista a Gianluca Liguori: "La letteratura sa essere una festa"

BATTIPAGLIA. Sei domande per Gianluca Liguori. 34enne battipagliese, scrittore, blogger ma soprattutto appassionato di letteratura. La sua idea è molto originale: portare la letteratura in luoghi inusuali. Ecco perché gli appuntamenti sono al bar Capri di Battipaglia e da Sciglio Vintage, negozio di abbigliamento situato in centro storico a Salerno. Ma scopriamo più da vicino cosa ha da dire Gianluca:

– Come e quando è nata questa idea di portare “a spasso” la letteratura?

Forse si tratta di coincidenze. Da una parte c’era il discorso coltivato nei quasi sette anni di attività di Scrittori precari, progetto nato come reading itinerante spesso in posti non canonicamente deputati alla fruizione della letteratura. Lavorando sodo, Scrittori precari era diventato un’influente rivista culturale online, una fucina di talenti che ha accompagnato a lungo la sua comunità di lettori in un lungo viaggio tra le storie, i luoghi e le persone, un miscuglio di vita e letteratura che si è consumato tra la strada e il web. Dall’altra parte, quando un anno fa, dopo quindici anni, ho fatto il mio ritorno a Battipaglia, ho ricevuto la proposta di organizzare qualcosa nei loro spazi dagli amici Carmine Monaco e Simone Zirpoli, due imprenditori appena trentenni molto attenti a ciò che gli accade intorno. Dopo aver temporeggiato un po’, mi son convinto di provare a fare anche qui ciò che ho sempre fatto a Roma e ovunque: promuovere la letteratura. Così è nata l’idea di portare la bella letteratura nelle insolite cornici del bar Capri e della boutique Sciglio vintage.

– Due luoghi diversi: il bar Capri e Sciglio Vintage. Credi che il riscontro cambi da Salerno a Battipaglia?

Credo che sia naturale un diverso riscontro tra le due realtà, per diversi motivi. Innanzitutto il luogo: Battipaglia, sebbene vi sia stato a lungo lontano, è la mia città natale, dove ho frequentato le scuole elementari e il liceo, quindi è chiaro che conosco e mi conoscono più persone. Inoltre c’è da considerare le diverse location. Il bar Capri ha più spazio, una clientela abituale e da molti anni è luogo di svariate attività artistiche. Quanto a Sciglio, che avevo conosciuto quando ancora aveva sede a Battipaglia, si prestava da principio a essere di per sé cornice di un evento più raccolto e informale. Tutto sommato il riscontro è straordinario, con numeri superiori spesso a quelli che si fanno nelle librerie. Tutto sommato però, non è che l’inizio, e c’è tanto da lavorare, coinvolgere forze e fare rete. Mi piacerebbe, e ho anche cominciato a muovermi in tal senso, riuscire a unire più forze e cooperare con altre realtà attive in ambito culturale anche in paesi limitrofi, di modo da poter offrire agli autori che vengono in provincia un tour più completo dei nostri luoghi e allo stesso tempo offrire agli interessati e ai curiosi un’offerta letteraria più variegata ma sempre improntata sulla qualità. Credo molto nella rete, e in chi studia, ed è per questo che nei vari incontri ho chiesto di presentare insieme a me a giovani molto bravi e competenti che hanno necessità di spazi e di esprimersi come Angelantonio Citro, Giorgia Esposito e Vincenzo Pierri, e spero di trovarne e coinvolgerne altri.

– Inizialmente il programma prevedeva quattro incontri, la scelta di aggiungere altri due appuntamenti è dovuta al forte successo riscontrato?

Confesso che all’inizio ero scettico, anche per questo si era deciso di programmare appena quattro incontri. Ero terrorizzato all’idea di organizzare eventi letterari in un luogo dove è raro trovare qualcuno che se parli di letteratura non ti guardi come un alieno. Poi mi son detto che la sfida proprio perché difficile, sarebbe stata più divertente. Non mi aspettavo l’enorme riscontro in termini di attenzione e partecipazione, con numeri importanti per cose di libri, non solo per realtà di provincia. Tutti gli scrittori sono andati via contenti, lieti della splendida accoglienza riservata loro dalla comunità battipagliese con cui si sono relazionati. D’altronde sono convinto da sempre che la letteratura sia la maniera migliore di offrire e ricevere umanità, e che la letteratura sa essere anche momento di festa. E proprio perché le presentazioni sono state splendide serate di festa, credo sia stato naturale per Carmine e Simone decidere di prolungare le rassegne che, dopo aver ospitato Pascoletti, Marsullo, Graziani e Funetta, si arricchiranno di altre due importanti voci della scena letteraria nazionale: Enrico Macioci, autore di “Breve storia del talento” (Mondadori, 2015), il 20 e 21 marzo, e Vanni Santoni e il suo “Muro di casse” (Laterza, 2015) ad aprile.

– In riferimento a Battipaglia, la tua iniziativa ha un compito di risveglio della comunità, di sensibilizzazione o addirittura di reazione ad una scarsa attenzione alla cultura da parte dei cittadini?

È un discorso da affrontare su diversi piani. Battipaglia è una città molto complessa e ha una comunità molto conflittuale, a cui non credo basti una singola iniziativa culturale per risvegliare le coscienze di una popolazione che ha da sempre delle enormi possibilità, ma che puntualmente finisce per sprecare occasioni. Storicamente Battipaglia è un’occasione mancata. E la Battipaglia che hanno lasciato alla mia generazione e ai cittadini futuri è da inorridire, per non parlare dell’attuale scenario politico: raccapricciante. L’unica cosa sensata che ritengo si possa dire a un diciottenne battipagliese è di andarsene via, studiare e lavorare altrove, meglio se fuori dall’Italia. D’altronde basta leggere l’ultimo rapporto Svimez per capire che l’Italia ha da fare i conti con un Mezzogiorno, allo stato attuale delle cose e delle politiche, senza futuro.

– Tra gli autori che hai ospitato e ospiterai c’è qualcuno in particolare che preferisci o magari che è stato protagonista di qualche aneddoto?

Gli aneddoti migliori sono quelli che poi si trasformano in racconti e romanzi, quindi quelli che non si possono raccontare nelle interviste. Non ho un autore che preferisco, perché li amo tutti: Pascoletti l’ho visto crescere nel periodo di Scrittori precari, Marsullo l’ho conosciuto appena ventenne e non posso dimenticare quella doppietta a Napoli con la Brigata Parthenope, Graziano da quell’appuntamento al Teatro Valle dopo esserci incrociati a Frigolandia, e Luciano dal primo FLEP e per TerraNullius, ed Enrico dalla scorsa edizione di PiùLibriPiùLiberi, e Vanni, che dire, sono così tante le storie da quella prima di tanti anni fa al Simposio, che chi verrà ad aprile ne sentirà raccontare qualcuna e non ho dubbi si innamorerà.

– Pensi che la politica locale ed anche i mezzi di comunicazione dovrebbero dare maggiore rilievo ad iniziative del genere?

La politica locale sembra non avere la cognizione del totale disastro culturale in cui versa la nostra cittadina, che non avrebbe niente da invidiare a luoghi vicini più vivi e vitali, penso a Cava o Avellino, dove c’è attenzione alle politiche culturali e giovanili. Invece da noi la politica locale non mi sembra dimostri avere curiosità alcuna e reale interesse alle manifestazioni culturali e alle espressioni artistiche che si muovono sul territorio cittadino e intorno ai suoi confini. Per come la vedo io, non può esistere progetto politico senza precise e organizzate politiche culturali e cura per il bene comune, e le politiche culturali propinate dalle forze attualmente in campo non mi sembra vadano al di là dello “spottino elettorale”. Leggo soltanto slogan vuoti di significato e idee prive di contenuto. D’altronde per costruire politiche culturali è necessario investire in risorse umane e sulle competenze. Oggi la parola cultura sembra diventata uno specchietto per chi ha scambiato l’elettorato per allodole.
Per quanto riguarda i mezzi di comunicazione, se all’inizio ho riscontrato qualche difficoltà, col lavoro e il passaparola di chi è stato presente, i risultati sono arrivati e sto trovando sempre nuovi interlocutori attenti e importanti amplificatori. Perché sì, è vero che a Battipaglia non succede mai niente, come si sente spesso in giro, ma è pur vero che quando accade qualcosa non sono in molti ad accorgersene. Ogni giorno potrebbe esserci qualcosa di bello, e che sia alla portata di tutti. Basterebbe volontà, programmazione e lavoro, e un sapiente utilizzo delle risorse, anche quando sono limitate, per praticare dappertutto efficaci politiche culturali.

– Lancia un appello ai cittadini.

Ai cittadini mi sento di dire di fare attenzione ai politicanti che predicano cultura, soltanto ai fini del momento elettorale, senza avere idea delle pratiche culturali necessarie, con un minimo di senso civico per il bene comune, in un paese alla deriva sociale, economica, ambientale e culturale come è ora Battipaglia: una città in cui due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose sembrano non aver cambiato nulla, anzi, sembra che lo scioglimento non sia mai avvenuto, come una specie di cancellazione della memoria. E proprio per questo, più di tutto, ai cittadini, dico: leggete, leggete, leggete. Perché la letteratura sa essere una festa, ma anche un’arma di rivolta.

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