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Estate infernale nel Cilento: divieti poco chiari, sregolatezza e controlli

Sono oltre una cinquanti­na, come riporta lacittàdisalerno, le imbarcazioni fermate e contravvenzionate dalla Guar­dia Costiera negli ultimi giorni nel Cilento.

Da Pisciotta a Sa­pri, fino al Canale di Mezza­ Notte al confine con la Basilica­ta.

La motivazione è sempre la stessa: sosta o navigazione in aree interdette per pericolo crollo.

L’ordinanza, uno dei tanti divieti messi in atto nella zona, è stata firmata dal capo del Circonda­rio Marittimo di Palinuro ed è in vigore dal 2011 e riguarda cir­ca otto chilometri di costa.

L’allora comandante del Cir­condario, il tenente di vascello Santo Altavilla, firmò il provve­dimento sperando in un cele­re intervento degli enti compe­tenti per mettere in sicurezza i costoni e consentire ai turisti e ai diportisti di tornare a navi­gare in sicurezza.

«Doveva trat­tarsi di un provvedimento tem­poraneo. Niente di più» spie­gano i guardiacoste. Ma inve­ce, a distanza di sei anni, nulla è cambiato.

«La situazione dei costoni rocciosi in alcuni pun­ti si è addirittura aggravata» fanno sapere dalla guardia co­stiera.

A Palinuro, dallo scorso an­no, i barcaioli locali sono stati costretti a cambiare l’itinera­rio delle escursioni in mare, abolendo le visite di numerose grotte e cale di Capo Palinuro.

Non va meglio a Marina di Ca­merota dove l’ordinanza vieta la sosta e la navigazione anche a Cala Monte di Luna, uno dei posti più romantici del Cilen­to.

Ma i divieti non sono sem­pre rispettati. Molti diportisti non sono a conoscenza delle li­mitazioni e i cartelli, una volta installati nelle zone off limits per segnalare il pericolo, sono stati portati via dal vento e dal­le intemperie. Si tratta di criti­cità, invece, ben conosciute dagli enti locali.

Lo scorso an­no la Capitaneria convocò un tavolo tecnico per trovare una soluzione condivisa del pro­blema. I sindaci manifestaro­no la volontà di contribuire in maniera fattiva alla risoluzio­ne del problema nominando dei tecnici di parte per effet­tuare controlli direttamente sul posto. Proposta che fu con­divisa da tutti a patto che ve­nissero effettuati «ulteriori va­lutazioni da parte degli enti so­vraccomunali» e in particolare dagli stessi enti che «nel 2011 effettuarono una prima map­patura delle zone a rischio».

Insomma le perizie di parte sa­rebbero dovute essere esami­nate anche da altri tecnici del­lo Stato.

Questo per evitare consulenze ben retribuite e re­lazioni costruite ad arte per ri­solvere con troppa facilità il problema.

Peccato che, passa­ta una prima fase di entusiasmo, quasi tutto è finito nel dimenticatoio.

Alcuni Comuni hanno avviato l’iter per declas­sificare alcune zone a rischio ma i tempi sono ancora lun­ghi.

«Non siamo rimasti a guar dare – tiene però a precisare il sindaco di Centola Carmelo Stanziola – i comuni di Centola, Camerota e San Giovanni a Piro, per il tramite del Parco Nazionale, lo scorso anno han­no presentato un progetto di circa dieci milioni di euro al ministero dell’Ambiente per il monitoraggio e la messa in si­curezza dei costoni più a ri­schio. Dal Ministero però non abbiamo ricevuto nessuna ri­sposta».

Pensa ad una soluzio­ne tampone, un altro dei tanti divieti, invece il neo sin­daco di Camerota Mario Scar­pata.

«Con il sindaco di Centola e con le cooperative di bar­caioli locali – spiega il primo cittadino – ci renderemo promotori di un’iniziativa per il monitoraggio della costa: i bar­caioli saranno le nostre vedet­te dal mare.

Ogni giorno monitoreranno la costa e segnaleranno eventuali situazioni di pericolo e di inquinamento.

La sicurezza è per noi una prio­rità ma non è giusto chiudere la costa senza fare prima le opportune verifiche».

Intanto i militari della Guardia Costie­ra, coordinati dal comandante Arcangeli, continueranno i controlli lungo l’intero litora­le.

Ogni giorno vengono impie­gati per la sicurezza in mare due motovedette e due gom­moni veloci.

L’ultimo blitz ieri pomeriggio nei pressi di Cala Monte di Luca dove il gommo­ne della Guardia Costiera di Camerata, con a bordo il mare­ sciallo Amleto Tarani, ha mul­tato sette imbarcazioni ormeg­giate in prossimità di alcuni massi pericolanti.

Salatissime le multe: 172 euro per le imbar­cazioni fino a 10 metri, 344 per quelle più grandi e 200 euro per i bagnanti.

L’estate conti­nua.

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