Cronaca

Estorsioni e minacce alla escort, scacco al clan Pecoraro – Renna: tre arresti | I NOMI

Scacco al clan Pecoraro - Renna: tre arresti per estorsione aggravata dal metodo camorristico: il blitz ieri mattina, 20 luglio

Scacco al clan PecoraroRenna: tre arresti per estorsione aggravata dal metodo camorristico. Ieri mattina, 20 luglio, il personale della Squadra Mobile di Salerno ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Salerno su conforme richiesta della Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Parisi Biagio, Salvatore  Alfonso ed Immediata Daniela.

Estorsione, tre arresti nel clan Pecoraro -Renna

Al Parisi Biagio e Salvatore Alfonso è stata applicata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. all’Immediata la misura della custodia cautelare domiciliare, i predetti sono indagati per il reato di estorsione aggravata dal metodo camorristico con la finalità di agevolare l’organizzazione camorristica già denominata clan Pecoraro/Renna.

Le minacce

In particolare, agli indagati è stato contestato, allo stato delle investigazioni. l’invio di un emissario, nel mese di luglio ed agosto 2021, per imporre, con tacita minaccia derivante dal predetto inquadramento criminale, una dazione di denaro, pari a 350 euro a settimana.

Le indagini

A carico dei tre è stato ipotizzato il reato di estorsione aggravata dal metodo camorristico. Come scrive anche l’odierna edizione de Il Mattino, le vittime dei 3 , una coppia che avrebbe avuto in passato rapporti d’affari con loro e che sarebbero passati dall’essere sodali all’essere vittime di estorsione.

Il primo ad aver avuto rapporti con il gruppo che faceva capo a Parisi era stato il marito, D.P., il quale, durante un periodo di crisi con la moglie, S.G., aveva lasciato Battipaglia. La seconda ad aver poi intrecciato rapporti con Parisi, sarebbe stata proprio la donna la quale, dopo la partenza del marito, avrebbe iniziato a fare la escort. Una attività della quale avrebbe fatto parola proprio la Immediata. Tra le due donne pare ci fossero anche dei dissapori poiché il marito di S.G. avrebbe avuto una relazione con la Immediata e di questa storia era stato avvisato anche il boss detenuto.

E così Parisi dal carcere, saputo dalla moglie dell’attività svolta dalla donna, le chiese il pizzo sull’attività svolta. Ma lei, che nel frattempo aveva fatto pace con il marito, rifiutò. Così cominciarono le richieste di denaro: 700/800 euro a settimana per aiutare la “famiglia” quella di Parisi che era detenuto.

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