CronacaInchiesta

La nuova schiavitù: il caso dell'ex Apoff

EBOLI. Si registrano nuove sacche di povertà dove si supera addirittura il limite del disumano proprio là dove la moderna schiavitù sembrava avesse raggiunto una soglia insuperabile: stiamo parlando del caporalato e dei lavori nei campi sottopagato in quel di Eboli, in particolare ciò che avviene nell’ex Apoff.

Se già nei terreni fertili della piana del Sele erano impiegati immigrati senza alcuna stabilità né sicurezza, con la nuova ondata di migrazioni di quest’ultimo periodo il ha raggiunto esacerbanti risultati. Una povertà nuova ancor più marginalizzata delle precedente. La manodopera impiegata per pochi euro al giorno (dove un giorno lavorativo può cominciare all’alba e terminare ben oltre il tramonto) ha amplificato una realtà già macabra: il quotidiano La Città riporta con chiarezza la situazione che si registra nell’ex Apoff di Santa Cecilia. Qui i migranti sfruttati vivono senza il minimo indispensabile ad una vita sana e dignitosa: niente acqua corrente né potabile, niente elettricità. Si può dedurre la deprecabilità delle condizioni igienico sanitarie.

A questo riguardo il segretario provinciale della Cgil, Anselmo Botte, parla di «Ghetto Apoff» che prima o poi «esploderà».

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