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Falsa invalida? Ha la sclerosi multipla

CAVA DE’TIRRENI. Era finita nel calderone giudiziario con l’etichetta di falsa invalida: 42 anni e affetta da oltre un decennio da sclerosi multipla, si era vista sospendere la pensione di invalidità con la quale faceva fronte alle quotidiane spese mediche e aveva subito il sequestro dei beni nell’ambito della mega inchiesta dell’antimafia che, culminata nell’ottobre 2013 con l’emissione di nove misure cautelari, aveva portato sul registro degli indagati ben 62 persone. Un calvario protrattosi per quasi 2 anni per una giovane cavese e terminato appena pochi giorni fa quando i giudici della sesta sezione della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del suo legale, l’avvocato Francesca Brunetto, hanno messo la parola fine annullando, senza rinvio, l’ordinanza emessa a suo carico.

La vicenda risale all’autunno 2013 quando nell’ambito di una complessa inchiesta condotta dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro, l’Antimafia smascherò un sistema, messo in piedi al comune di Cava dei Tirreni, finalizzato all’attribuzione di pensioni di invalidità in cambio di voti. In sostanza la Procura ipotizzava l’esistenza di un vero e proprio affare finalizzato a fare attribuire indebitamente, sulla base di procedure e documentazione preparata ad arte, elevate percentuali di invalidità a soggetti “segnalati” da Giovanni Baldi che, in cambio del suo interessamento, assicuravano voti al politico in occasione delle elezioni comunali e di quelle regionali. Tra gli indagati finì anche una 42enne di Cava dei Tirreni accusata di falso e truffa poiché, secondo la tesi della Procura, sarebbe stata beneficiaria di una falsa attestazione che le riconosceva la sussistenza di un «quadro patologico non corrispondente al vero con un grado di invalidità civile pari al 75% così consentendole di conseguire – si leggeva nella richiesta cautelare della Procura – un illecito profitto, sostanziatosi nell’indebito godimento dell’assegno mensile di invalidità civile erogato dall’Inps, con corrispondente danno per l’istituto previdenziale». Alla 42enne fu così sospeso l’assegno di invalidità e subì il sequestro di alcune somme bancarie.

(Fonte: ilmattino)

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