Cronaca

Finita la caccia a "U Ballerinu", catturato il boss Marcello Pesce

La caccia al Boss della ‘ndrangheta Marcello Pesce è terminata. Pesce è stato arrestato dagli uomini della polizia di Reggio Calabria. Il boss faceva parte della lista dei latitanti più pericolosi del ministero dell’Interno.

L’uomo era un grande appassionato di calcio tanto da essere stato presidente, non che proprietario, di due squadre della leva dilettantistica italiana, ma il suo interesse – secondo gli inquirenti – non era pura passione. Con quegli investimenti nelle squadre dell’interpiana di Rosarno e del Sapri, il boss puntava a raccogliere l’ammirazione dei tifosi e quindi il consenso per la sua organizzazione.

Il nome “U ballerinu“, cosi era conosciuto nel giro, compare già negli atti giudiziari degli ani novanta, quando alcuni rapporti della polizia evidenziavano la sua sospetta appartenenza alla criminalità organizzata capeggiata dal nonno Giuseppe Pesce.

Nel 2010 Marcello Pesce si è sottratto all’arresto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione ‘All Inside’. Al termine del processo di primo grado Marcello Pesce viene condannato alla pena di 15 anni e 6 mesi di reclusione poiché riconosciuto colpevole dei delitti di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni (autovetture). Verdetto riformato in appello con una nuova condanna: 16 anni e 2 mesi di reclusione.

Nel 2015, in considerazione dei possibili appoggi di cui egli poteva giovarsi in territorio estero, le ricerche sono state estese anche in ambito comunitario, attraverso l’emissione del Mandato di Arresto Europeo da parte della Corte di Appello di Reggio Calabria.

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