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Fisco, i comuni piĆ¹ ricchi d'Italia e della provincia di Salerno

Dopo la nostra ricerca sui comuni piĆ¹ ricchi della provincia di Salerno in base ai redditi del 2013, ecco la nuova indagine che, questa volta, fa riferimento ai redditi 2014. Con l’aiuto delle Infografiche all’interno di questo articolo, ĆØ possibile comparare a piacimento i redditi nelle varie cittĆ  d’Italia ed ovviamente della provincia di Salerno. L’indagine ĆØ stata svolta da L’Espresso, sulla base dei dati del ministero dellā€™Economia.

Quali sono i comuni piĆ¹ ricchi dā€™Italia, almeno per quel che ne sa il fisco? Secondo i dati del ministero dellā€™Economia, basati sulle dichiarazioni dei redditi per il 2014, fra le grandi cittĆ  i redditi piĆ¹ elevati risultano innanzi tutto a Milano, con una media di circa 31mila euro a testa. Seguono Roma (26mila euro procapite) e ancora Bologna, Firenze e Torino, che invece sono nel gruppo di chi ha dichiarato in media da 25 a 23mila euro.

(Cliccare sullo zoom per aumentare la risoluzione dell’Italia)

Nelle diverse cittĆ , comā€™ĆØ naturale, la torta dei redditi dichiarati viene divisa in fette di grandezza spesso anche molto diversa. A Roma, per esempio, il 90% dei contribuenti rientra negli scaglioni che vanno da zero a 55mila euro, mentre sono circa 8mila i cittadini per i quali lā€™imponibile era negativo. Risultano invece 32mila contribuenti che ricadono nella fascia piĆ¹ ricca, eccedendo i 120mila euro annui.

In confronto, a Milano i redditi individuali sono spostati verso lā€™alto e a superare i 55mila euro ĆØ una quota piĆ¹ larga degli abitanti: tanto che la percentuale di chi rientra nello scaglione superiore ai 120mila euro ĆØ quasi doppia che rispetto a Roma.

 

 

 

Tra le sette cittĆ  piĆ¹ grandi dā€™Italia, quella in cui la parte maggiore di persone dichiara un reddito basso, fino a 10mila euro, ĆØ Palermo. Nel centro siciliano va cosƬ per circa un contribuente su tre: un valore molto vicino anche a quello di Napoli. Da Roma a Genova, e poi con Torino, Milano e Bologna assistiamo invece a un calo, tanto che in questā€™ultima i meno abbienti scendono in misura consistente.

Nella capitale, poi, si vede lā€™impatto dei ministeriali e dellā€™amministrazione pubblica centrale, tanto che i contribuenti nelle fasce abbienti sono quasi quanti a Milano ā€“ dove perĆ² il peso dellā€™economia privata incide in misura maggiore.

 


 

Questi sono i dati ufficiali: ovvero ciĆ² che il fisco ā€œvedeā€. Eppure per capire il quadro reale bisogna tenere conto dellā€™evasione, che in alcune aree e per alcuni gruppi di persone raggiunge livelli anche molto elevati. Se guardiamo soltanto allā€™evasione dallā€™imposta sul reddito purtroppo non esistono stime recentissime.

Eppure secondo unā€™audizione della Banca dā€™Italia al Senato, si ipotizza che nel 2004 sia stato evaso il 13,5 per cento della base imponibile teorica. Gli autori sottolineano che ā€œla propensione a evadere ĆØ piĆ¹ elevata fra i giovani (19,9 per cento, contro 2,7 degli individui ultra-sessantacinquenni e 10,6 della classe intermedia) e i lavoratori autonomi (56,3 per cento)ā€.

Essa poi risulta ā€œparticolarmente alta anche per i percettori di rendite e per i lavoratori con una seconda attivitĆ ā€. Dā€™altra parte non emergono particolari differenze fra nord e sud Italia, anche se questo dipende sia dallā€™incapacitĆ  dei dati di ā€œcogliere appieno lā€™evasione totale prevalente nel Mezzogiornoā€, sia dal fatto che in questā€™ultimo sono piĆ¹ diffusi dipendenti e pensionati per i quali evadere le imposte sul reddito ĆØ assai complicato.

PiĆ¹ in generale ā€“ e piĆ¹ di recente ā€“ le stime dellā€™Istat suggeriscono lā€™esistenza di unā€™economia non osservata che nel 2013 vale 206 miliardi di euro, cioĆØ il 12,9 per cento di tutto quanto ĆØ stato prodotto in quellā€™anno. Poco meno di metĆ  di questa cifra arriva proprio dallā€™evasione fiscale, un altro terzo dal lavoro in nero, in aggiunta a una parte di affitti non registrati e altri elementi oltre alle attivitĆ  illegali vere e proprie. Per quanto riguarda invece lā€™evasione di IVA e IRAP, lā€™imposta regionale sulle attivitĆ  produttive,Ā unā€™altra analisi della Corte dei Conti segnala invece come la propensione a evadere sia molto maggiore nel Sud e nelle isole: in particolare nellā€™agricoltura e nel terziario privato. Tutti elementi, insomma, che vanno tenuti in conto per farsi unā€™idea migliore di quanto siano affidabili le dichiarazioni dei redditi degli italiani.


 

Utilizzando la stessa Infografica, abbiamo analizzati i dati in provincia di Salerno che riguardano i comuni piĆ¹ grandi.

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