Cronaca

Vertenza Fonderie Pisano, la Failms Cisal si costituisce parte civile

SALERNO. Il sindacalista Luigi Vicinanza: “Azione necessaria per non tradire il patto con i lavoratori. Siamo schierati da sempre contro gli imprenditori che non rispettano le regole. La magistratura accerti le responsabilità e la politica decida presto sulla delocalizzazione”.

Il comunicato

“Ci costituiremo parte civile nel processo contro le Fonderie Pisano. Come rappresentante sindacale della Failms Cisal credo che sia giusto difendere il lavoro, quello giusto e che non travalica la legge”.

Così il sindacalista Luigi Vicinanza conferma la volontà di sposare la causa di ambientalisti e residenti nel dibattimento che si terrà il prossimo 3 ottobre al Tribunale di Salerno. “Il sindacato difende gli interessi dei lavoratori, che in questa storia sono sempre finiti in secondo piano per fare spazio alle ambizioni di un’imprenditoria e una classe politiche che hanno tantissime responsabilità. Su questo abbiamo sempre chiesto alla magistratura di fare chiarezza e dunque credo sia naturale costituirci in questo processo. Non si sta tradendo il patto che il sindacato fa con i lavoratori, ma vogliamo essere parte attiva nel dibattimento per dimostrare che le maestranze nelle Pisano hanno sempre pensato a lavorare per guadagnare un dignitoso stipendio e che tutte le altre logiche sbagliate sono state a loro imposte. Ci costituiamo parte civile anche se non abbiamo iscritti in questa azienda, ma a maggior ragione gli operai e il concetto di lavoro vanno difesi senza interessi di sorta. Ecco perché, già nei giorni scorsi, ho avviato i contatti con i legali del gruppo “Salute e Vita” per la costituzione nel processo. Toccherà alla Procura fare chiarezza sui fatti, tenendo conto anche dei livelli occupazionali”.

Infine, l’appello alla politica: “La parola delocalizzazione è scomparsa dall’agenda delle istituzioni. Regione Campania e Comune di Salerno facciano la loro parte. I politici non possono dimenticare il dramma di residenti e lavoratori, ricordandosene solo alla vigilia di ogni tornata elettorale. Ora basta”.

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