Cronaca

Fonderie Pisano, gli ambientalisti chiedono un incontro con Landini

Gli ambientalisti del Comitato Salute e Vita scrivono al segretario nazionale Cgil Landini

Gli ambientalisti scrivono al segretario nazionale Cgil Landini sulla questione delle Fonderie Pisano. Gli ambientalisti già un anno fa contestavano il “comportamento della rappresentanza interna dei lavoratori delle Fonderie Pisano di Salerno, – scrivono – non conforme ai principi che muovono il suo sindacato nella tutela della salute e delle condizioni di lavoro degli operai”.

Fonderie Pisano, gli ambientalisti scrivono a Landini

Il comitato Salute e Vita vuole far sapere a Landini che ha “sempre prestato attenzione alle voci di disagio che provenivano all’interno della fabbrica”. L’associazione fa saper anche che è sempre stata vicino al dolore delle famiglie che hanno perso un parente o che si è ammalato gravemente di tumori o di altre malattie contratte durante il lavoro nelle Fonderie Pisano. Scrivono nel messaggio a Landini, “molti ex lavoratori delle fonderie colpiti da enfisema, insufficienza respiratoria, tumori dell’albero respiratorio”. Gli ambientalisti hanno fatto anche sapere che in Tribunale sono state presentate 120 cartelle per dimostrare la nocività della fabbrica. Di queste, 50 sono state analizzate dai periti.

Inoltre al Segretario si rende noto che:

  1. dal piano regolatore della città, questo impianto siderurgico obsoleto doveva andare via già nel 2006, poiché nell’ambito del PUC fu lo stesso Comune di Salerno a definirlo “un vetusto impianto industriale, assolutamente incompatibile con il contesto urbano nel quale è inserito, cui potrebbe recare danno per inquinamento atmosferico”;
  2. lo SPES, studio di biomonitoraggio ambientale che ha interessato varie aree della terra dei fuochi e dei siti inquinati della Regione Campania, ha accertato il disastro ambientale nei Cluster I e II relativi al territorio dove si svolge da decenni l’attività delle fonderie;
  3. le relazioni dei Consulenti del Tribunale di Salerno, un pool di esperti di fama nazionale già impegnati nella vicenda ILVA di Taranto, hanno dimostrato in maniera incontrovertibile la gravità dei danni alla salute nella Valle dell’Irno.

Con queste parole chiedono l’intervento immediato di Landini, affinché si possa preservare il lavoro.

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