Cronaca

Fonderie Pisano, i controlli costeranno 300 mila euro: Forte indignato

SALERNO. I controlli dell’Arpac per testare negli ultimi mesi il tasso di inquinamento delle Fonderie Pisano, gravano sulla collettività per ben 300 mila euro, suscitando non poche proteste da parte dei residenti e dei manifestanti. L’imponente cifra è stata dichiarata dal commissario straordinario dell’Ente Regionale Pietro Vasaturo e, a tale notizie, il “Comitato Salute e Vita” ha reagito pesantemente, esprimendo una notevole indignazione nei confronti dell’imprenditore Pisano.

«Attraverso azioni legali – si evince dal presidente del comitato Lorenzo Forte – e la reiterazione dei reati ambientali commessi dal 2004 al 2016, come dimostrato e certificato dalle due sentenze di patteggiamento (2007 e 2015) oltre che alle recenti relazioni dell’Arpac (2015 e 2016) che si concludono affermando che: “esistono situazioni connotate di immediato pericolo e danno per l’ambiente e la salute pubblica” e anche dal sequestro preventivo effettuato il 24 giugno scorso dalla Magistratura, ha di fatto sottratto alla collettività risorse e denaro pubblico, costringendo l’Ente a controlli straordinari che sono costati circa 300 mila euro, senza contare gli altri controlli richiesti e ottenuti dai cittadini, che hanno in più occasioni denunciato il dramma che vivevano».

«È triste e doloroso – spiega il presidente del Comitato – per i cittadini che pagano le tasse riscontrare che, oltre ai danni provocati dalla proprietà Pisano, si debbano accollare le spese per i controlli aggiuntivi. Una vera e propria beffa! Come Comitato e Associazione di Salute e Vita chiediamo un accorato appello ai destinatari di questa lettera aperta affinché, secondo le proprie competenze, non solo prenderanno pubblicamente posizione a favore della nostra richiesta, per non essere per l’ennesima volta vittime delle ingiustizie, ma che soprattutto si adoperino per creare condizioni per obbligare la proprietà Pisano a sostenere i costi dei controlli che si sono resi necessari a causa dei comportamenti illeciti perpetuati negli anni, naturalmente non appena ci sarà la sentenza di condanna (oppure di patteggiamento se richiesta dagli imputati e se concesso dai giudici)».

«Ricordiamo – continua il presidente – che siamo cittadini che sono stati esposti alle molestie delle Fonderie per troppo e per tanto chiediamo giustizia, partendo dal fatto che chi inquina dovrebbe farsi carico dei danni che commette a danno della collettività e dell’ambiente».

In attesa della scadenza degli ultimi controlli, i cittadini continuano a patire i miasmi provocati dalle attività delle Fonderie: «Ci auguriamo – conclude Forte – che vengano spenti i forni dello stabilimento, come previsto dal provvedimento di riapertura momentanea, finalizzato solo a concludere i controlli, per restituire serenità e speranza ad una comunità devastata dalla presenza di tale stabilimento».

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