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Francese: «Campagna di veleni, non ha nulla da dire. Con lui gli ex Santomauro»

BATTIPAGLIA. «Gerardo Motta sta avvelenando la campagna elettorale. Lui e i suoi sanno solo attaccare su Facebook e dai palchi, ma si sottraggono ai confronti pubblici»: il candidato sindaco Cecilia Francese risponde così alle accuse lanciate martedì sera da Gerardo Motta durante il comizio a piazza della Repubblica. Lo sfidante al ballottaggio aveva pesantemente accusato la Francese, parlando di «mistificatori della realtà, cementificatori, archistar che non vedono l’ora di assaltare la diligenza. Hanno portato loro la camorra a Battipaglia». Risoluta la replica: «con me non c’è la camorra, ma c’è la cultura scientifica internazionale, ci sono la trasparenza e la legalità.

Venerdì sera, dal palco, faremo il nome del magistrato che sarà garante della legalità al Comune di Battipaglia. Dimostrerò che combatto quella cultura camorristica che le precedenti amministrazioni hanno contribuito a determinare con ritorsioni e minacce. Io sono stata l’unica, con il mio movimento e nonostante avessi fatto appello a tutte le forze politiche della città, a presentare ricorso al Tar contro il marchio di “città della camorra” che è piombato su Battipaglia. E sono stata la prima a denunciare il clima che si respirava in città. Motta avrebbe potuto confrontarsi con me, ma si è sottratto perché non ha niente da dire ai cittadini. Non ha un programma, non ha un progetto, sa solo attaccare e forse ha qualcosa da nascondere». Sulle accuse di Motta circa un’alleanza tra l’ex sindaco Giovanni Santomauro e la Francese, quest’ultima ha risposto: «tutti sanno che Santomauro non mi ha più rivolto la parola dopo le elezioni del 2009. Ci sono video che dimostrano l’atteggiamento che aveva verso di me in consiglio comunale, durante l’intera amministrazione comunale. Piuttosto, dove stanno tutti coloro che sostenevano l’amministrazione Santomauro? Sono con Motta. E lo stesso Motta era presidente di un laboratorio Puc, voluto ancora da Santomauro, dove si spartivano interessi privati e si prevedevano 1.600 alloggi sulla fascia costiera».

A Motta è giunta una risposta anche da Ugo Tozzi. Il candidato al ballottaggio aveva affermato dal palco che «il padre di Tozzi dice di votare la Francese perché dopo pochi mesi cadrebbe, dando la possibilità al figlio di ricandidarsi». Lo stesso Ugo Tozzi ha risposto che «sono sempre più convinto della scelta fatta. Sono consapevole che ormai i programmi non interessano più nessuno e l’unica propaganda elettorale che qualcuno sa fare è quella dei veleni, delle calunnie e degli inciuci. Una logica politica che non mi è mai appartenuta. Appoggiamo Cecilia Francese al ballottaggio, chiediamo di votare per lei perché sarà come votare per me. Questa è la politica che ci piace. Il resto delle calunnie resta a chi le fa».

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