Cronaca

Guardia di finanza in azione nel salernitano, sequestrati 5 milioni di euro agli eredi di Cirillo

SALERNO. La Guardia di Finanza di Salerno ha proceduto alla confisca divenuta definitiva a seguito di sentenza resa in data 10.04.2018 dalla Suprema Corte di Cassazione – del patrimonio gia sottoposto a misura ablativa in esecuzione di decreto emesso in data 09.08.2013 dal Tribunale di Salerno e successivamente confermato in data 17.03.2017 dalla Corte di Appello di Salerno, a conclusione di complessi accertamenti patrimoniali svolti nei confronti degli eredi di Giuseppe Cirillo, boss di mafia, nato nel 1939 e deceduto nel 2007.

Guardia di finanza in azione nel salernitano

L’ordinanza della Corte di Appello di Salerno e divenuta irrevocabile per effetto della pronuncia della Suprema Corte che ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dagli eredi di Giuseppe Cirillo senior e dagli altri destinatari dei decreti di sequestro disposti prima dal Tribunale e poi dalla Corte di Appello di Salerno, rendendo pertanto definitivi i provvedimenti ablativi disposti nei loro confronti.

Tale risultato 6 stato reso possibile grazie al particolare tempismo della Procura della Repubblica di Salerno, che – proprio con riguardo a tale vicenda – fu tra i primi uffici giudiziari italiani ad avanzare una richiesta di confisca di beni nei confronti degli eredi di un soggetto aggredibile da un punto di vista patrimoniale, in virtu della possibilita, consentita solo da pochi anni, di sottoporre a sequestro i beni nella disponibilitd, diretta o indiretta, non soltanto del soggetto ritenuto pericoloso, ma anche dei suoi eredi.

La richiesta di confisca, infatti, 6 stata avanzata al Tribunale di Salerno poco dopo l’entrata in vigore della norma che ha esteso la platea dei soggetti nei confronti dei quali e possibile eseguire una misura di prevenzione patrimoniale e pochi giorni prima dell’esaurirsi del termine ultimativo di 5 anni dalla data del decesso di Giuseppe Cirillo, entro i l quale la legge consente di avanzare richiesta di sequestro e successiva confisca del patrimonio nella disponibilita degli eredi, frutto delle attivita criminali poste in essere in vita dal loro dance causa.

Avverso la confisca di primo grado disposta del Tribunale salernitano i destinatari del provvedimento interponevano gravame, in seguito al quale si instaurava dinanzi alla Corte di Appello una complessa procedura, le cui fasi venivano costantemente seguite dalla Procura Generale attraverso un lungo iter procedimentale, net corso del quale venivano posti all’attenzione dei giudicanti i risultati di ulteriori indagini ed accertamenti svolti anche in Calabria – dai Finanzieri del G.I.C.O. di Salerno su disposizione della Procura della Repubblica.

La persistente attenzione denotata dalle Istituzioni intervenute net corso delle varie fasi della procedura ha consentito alla Corte di Cassazione di assumere, nei giorni scorsi, un’importante decisione che consente la definitiva acquisizione a favore dell’Erario di beni che erano a lungo rimasti nella disponibilitd dei familiari di un soggetto condannato per associazione di stampo mafioso e per numerosi altri gravissimi delitti maturati net contesto di una sanguinosa guerra di `ndrangheta.

Chi era Giuseppe Cirillo?

Giuseppe Cirillo, infatti, appartenente alla consorteria camorristica denominata “Nuova Camorra Organizzata” di Raffaele Cutolo, aveva data dignity di cosca mafiosa ad un gruppo operativo in provincia di Cosenza, nell’area geografica della Sibaritide, costituendo l’organizzazione criminale denominata “locale di Sibari”, fatti per i quali 6 stato definitivamente condannato nel 2005 per violazione dell’art. 4I6-his c.p. (associazione di tipo mafioso).

Originario della provincia di Salerno, Giuseppe Cirillo ha accresciuto la propria fama criminale in Calabria e poi ha continuato a seguire le vicissitudini della propria organizzazione dally provincia di Ancona, dove ha trascorso 3 anni, in quanta destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Serra de’ Conti (AN), inflittagli dal Tribunale di Cosenza.

I provvedimenti

Gli accertamenti patrirnoniali eseguiti dai Finanzieri del G.I.C.O. di Salerno hanno consentito di accertare la disponibilita degli eredi di beni sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, per lo piu inesistenti, nonche la loro illecita provenienza e hanno consentito di confiscare beni mobili, immobili e societari, che gli eredi hanno avuto in lascito.

In particolare sono stati confiscati appartamenti e locali commerciali, l’intero complesso aziendale di una society di capitali operante sia nella distribuzione all’ingrosso di caffe sia nella gestione di un rinomato centro estetico, nonche un vasto appezzamento di terreno, un’autovettura e disponibilita finanziarie, tutti beni siti nel comune di Mercato San Severino per un valore complessivo di 5 milioni di euro, che ora potranno essere restituiti alla collettivita per finality sociali e di pubblico interesse.

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